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Abusi sessuali: usava Cerberus per spiare la nipotina

Ad incastrarlo le centinaia di foto a sfondo pedopornografico ritrovate sul cellulare. Lo zio pedofilo è stato arrestato l’altro giorno a Roma dai carabinieri della compagnia di Battipaglia.

L’uomo, un paramedico, è stato trasferito nel carcere di Vallo della Lucania dove il giudice per le indagini preliminari Stefano Berni Canani ha disposto per lui la permanenza in una cella di isolamento. Non ha voluto rispondere alle domande del gip durante l’interrogatorio di garanzia ma la situazione appare molto chiara.  Aveva scaricato sul cellulare della nipote un’applicazione chiamata Cerberus. L’app è stata ritirata dal commercio perché considerata illegale. Non solo permetteva di localizzare sempre il cellulare ma permetteva anche di spiare conversazioni o di gestire lo stesso telefono rimanendo nascosta tra la lista delle  applicazioni. In questo modo il pedofilo riusciva anche a ritrarre immagini rubate della ragazzina in atteggiamenti intimi. Fotografie che poi dirottava direttamente sul suo cellulare così come le sue conversazioni telefoniche e i suoi whatsapp riuscendo a sapere sempre tutto di lei. Informazioni che poi, secondo gli investigatori, utilizzava contro la ragazzina.

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