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Alessandro Di Battista da Fazio: gli orizzonti politici

Alessandro Di Battista va all’attacco in tv. Ospite a Che tempo che fa di Fabio Fazio, con cui duella più volte, l’ex deputato traccia prima i suoi orizzonti politici.

«Amo la politica ma preferisco farla fuori dalle istituzioni. Non mi candiderò quindi alle Europee», annuncia.

Ma l’Europa è uno dei temi che Di Battista affronta di petto, lanciando una serie di priorità per la campagna elettorale: l’Europarlamento («unico organo democratico eletto») deve avere più potere e l’Ue deve avere un seggio permanente al Consiglio di Sicurezza dell’Onu al posto della Francia. Strizza l’occhio ai gilet gialli («ci sono molti dei gilet gialli che si battono per giuste cause e io sono con loro»), anche se mette dei distinguo ( «Le violenze in Francia si condannano, e in Italia si deve ringraziare il M5S se non sono successe le stesse cose»). Ma sono soprattutto l’approvazione del reddito di cittadinanza, la costruzione della Tav e i naufragi dei migranti a tenere banco. «Il referendum sul reddito di cittadinanza è il suicidio più grande che può fare un partito di destra, dico destra, come il Pd», attacca il pentastellato. E precisa poi che il reddito «va considerato una sorta di diritto umano, come avere una casa, accedere alla sanità o all’istruzione». Di Battista boccia la Torino-Lione («Non si possono spendere 20 miliardi di euro quando occorrono infrastrutture che servono ai cittadini al Nord, al Centro e al Sud») e lancia accuse: «Credo che qualcuno si sia già intascato qualche tangente. E se non si fa, dovrà restituire qualche tangente a chi l’ha pagata. Oggi la tangente si chiama consulenza».

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