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Amazon e i droni che si autodistruggono

Amazon ha depositato un brevetto che prevede sì l’impiego di droni ma in grado di autodistruggersi nel caso in cui, dopo aver compiuto la consegna volante dei pacchi, sorga qualche problema. Stando alle indiscrezioni di The Verge il “negozio del mondo” ha appunto registrato un brevetto per un drone in grado di iniziare una sequenza di autodistruzione, spezzandosi in diversi pezzi in caso di emergenze. L’idea dietro al progetto è piuttosto sensata: se qualcosa dovesse andare storto meglio che l’Uav, l’Unmanned Aerial Vehicle, si frantumi in pezzi più piccoli invece di precipitare a terra in un sol colpo. Causando danni potenzialmente peggiori.

Datata 28 novembre, la richiesta di brevetto descrive appunto un processo di “frammentazione diretta” di un drone nel caso di “problemi di servizio legati a pessime condizioni del tempo, malfunzionamenti e di altro tipo”, come si legge nella pagina. Secondo lo schema, dopo aver scaricato varie parti il drone dovrebbe anche poter valutare dove farsi esplodere, preferendo ovviamente spazi e superfici a bassa densità abitativa o del tutto deserti come laghi o campi aperti.

Lo scorso maggio il colosso ha depositato un altro curioso brevetto, stavolta relativo a un paracadute pensato per i pacchi e incorporato all’interno dell’etichetta, con un sistema in grado di assicurarlo in modo solido alla scatola. Come sempre i brevetti rappresentano più che altro mosse per proteggersi legalmente su diversi fronti e non necessariamente strade che saranno effettivamente sviluppate.

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