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Borsellino, 26 anni fa la strage. Oggi, minuto di silenzio in onore del giudice

Sono le 16.58 di un caldo pomeriggio di luglio quando a Palermo, in via D’Amelio, esplode un’autobomba.

Un’auto rubata è stata riempita di esplosivo e, con un telecomando a distanza, viene fatta saltare in aria. Perdono la vita il giudice Paolo Borsellino e gli agenti della scorta. Cinquantasette giorni dopo l’attentato di Capaci, costato la vita al giudice Giovanni Falcone e ad altri 4 uomini dello Stato, la mafia torna a seminare morte e terrore.

Oggi, nel giorno dell’anniversario della strage di via D’Amelio, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella afferma che “onorare la memoria del giudice Borsellino e delle persone che lo scortavano significa anche non smettere di cercare la verità su quella strage. A ventisei anni di distanza – sottolinea il capo dello Stato – sono vivi il ricordo e la commozione per il vile attentato di via d’Amelio. Borsellino era un giudice esemplare: probo, riservato, coraggioso e determinato. Le sue inchieste – conclude Mattarella – hanno costituito delle pietre miliari nella lotta contro la mafia in Sicilia. Insieme al collega e amico Giovanni Falcone, Borsellino è diventato, a pieno titolo, il simbolo dell’Italia che combatte e non si arrende di fronte alla criminalità organizzata”.

L’Aula della Camera ha  osservato un minuto di silenzio ed ha tributato un applauso unanime in memoria di Paolo Borsellino e degli agenti di scorta morti con lui nella strage di via D’Amelio. In Aula erano presenti anche i ministri Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Sulle stragi di mafia, ha detto il presidente della Camera, Roberto Fico, prima di invitare l’Assemblea al raccoglimento, bisogna “perseguire la verità sempre ed a ogni costo, a partire dall’accertamento giudiziario e sulla trattativa Stato-mafia. Solo così lo Stato potrà riconquistare la fiducia dei cittadini”, ha detto.

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