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Brexit, il governo dice sì all’Unione europea

Momenti duri per Theresa May e il suo governo. La Premier inglese, infatti, rischia la sfiducia ma continua a mediare con i membri del suo gabinetto per approvare l’accordo sulla Brexit.

La May, però, ha come grana più immediata quella rappresentata dagli unionisti nord irlandesi, il cui appoggio garantisce al governo la maggioranza in Parlamento. Questi, mercoledì sera erano furiosi, perché l’accordo raggiunto prevede di fatto un regime speciale per l’Irlanda del Nord, che rimarrebbe ancora più legata all’Europa di quanto non lo sarà la Gran Bretagna. E questo, agli occhi degli unionisti protestanti, significa venire staccati dal Regno Unito e in prospettica finire fagocitati dall’Irlanda cattolica.

E a proposito di Bruxelles, non è detto che da quel lato non arrivino sorprese. L’accordo raggiunto finora è un testo tecnico che deve passare al vaglio politico che avverrà in un vertice europeo straordinario che dovrebbe essere convocato per la fine del mese.

Ma c’è da immaginare che i leader europei vorranno stare bene attenti a cosa c’è scritto in quell’accordo perché nessuno dei 27 vuole concedere alla Gran Bretagna un vantaggio competitivo, cioè mezza dentro e mezza fuori dal mercato comune.

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