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“Bruno Munari. I colori della luce” espone la sua fusione di materia e luce

La Fondazione Plart e la Fondazione Donnaregina per le arti contemporanea hanno presentato la mostra “Bruno Munari. I colori della luce” in occasione dell’edizione 2018 di Progetto XXI.

bruno munari plart napoliProgetto XXI, a cura si Miroslava Hajek e Marcello Francolini, è una piattaforma che vuole esplorare la produzione artistica emergente per diffondere e promuovere storiografie alternative del contemporaneo.

La mostra ospitata al Plart è di Munari, scrittore e importante esponente dell’arte programmata e cinetica. La sua ricerca ruota intorno le sfide estetiche del Novecento italiano in una dialettica tra il concetto di opera e quello di prodotto.

Bruno Munari qui si concentra sulle Proiezioni a luce polarizzata e a luce fissa realizzate degli anni Cinquanta dello scorso secolo, l’obbietivo è andare oltre la realtà bidimensionale dell’opera. La sua sperimentazione inizia con il dipingere con la luce per poi approdare all’uso di proiezioni di diapositive intitolate Proiezioni Dirette; si tratta di pellicole trasparenti o colorate, pittura, materiali organici, retini, fili ecc… Dei veri e propri collage proiettati al chiuso e all’aperto. Dalla pittura proiettata il suo percorso prosegue fino alla scoperta di poter scomporre lo spettro di luce attraverso una lente Polaroid, è proprio in questo modo che poi otterrà le Proiezioni Polarizzate.

Il percorso espositivo al Plart propone una serie di opere che rappresentano il percorso di ricerca condotto da Munari sin dagli anni Trenta e Quaranta:  Macchina Inutile (1934), Tavola Tattile (1938), Macchina Aritmica (1947), sono opere che escono dalla bidimensionalità, processo che giungerà al culmine con Concavo-Convesso (1947). Munari fonde materia e luce con l’uso anche di materie plastiche che diventano, con il tempo, elementi fondamentali nella comunicazione visiva in quanto determinano effetti cromatici variabili.

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