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Catalogna, la ‘resistenza dei pigiami’ nei seggi

I catalani le provano proprio tutte per riuscire ad andare al voto. Da venerdì sera famiglie intere, padri e madri con i figli studenti, insegnanti,  turisti  hanno occupato scuole, centri civici e palestre indicati dal ‘Govern’ come sedi dei seggi del referendum nel tentativo di fermare l’ordine di chiusura arrivato dalla giustizia spagnola, che ritiene “illegale” la consultazione catalana.

Sono arrivati con materassini, coperte, riserve di cibo e bevande, sapone, spazzolini da denti, pigiami. L’intento è quello di uscirne ad elezioni iniziate e per giustificare l’apertura dei centri, quando la polizia regionale dei Mossos d’Esquadra è venuta a fare sopralluoghi, hanno organizzato tornei di calcio o di scacchi, concerti, attività sportive o artistiche, dibatti.In alcune scuole gli occupanti hanno chiuso a chiave porte o cancelli esterni lasciando fuori gli agenti. Gli ordini dati alla polizia prevedono che possono non procedere allo sgombero dei seggi se all’interno ci sono persone vulnerabili, come minori o anziani. Alla ‘resistenza dei pigiami’  è arrivato anche Joaquim Casadevell, 93 anni. “Domani voglio votare!”, ha subito chiarito. L’atmosfera è stata ovunque “gioiosa e pacifica”, dice l’Assemblea Nazionale Catalana, prima organizzazione della società civile indipendentista. C’è stato solo un attimo di tensione quando nella mattinata di sabato degli sconosciuti hanno sparato pallini di piombo contro un centro, ferendo leggermente quattro occupanti. Il governo catalano ha messo in guardia contro quelle che ha definito “provocazioni spagnole”.

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