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Con ‘SettembrArte’ alla scoperta dei tesori della Campania

L’Associazione Meridies di Nola da più di vent’anni si batte per la difesa del patrimonio artistico e culturale della Campania

In Campania abbiamo un territorio magnifico, un oceano di bellezza che nasconde al suo interno altra bellezza come le valve dell’ostrica celano la perla preziosa. Una parte di questi scrigni è costituito dalle tante chiese, santuari, basiliche e conventi sorti nel corso dei secoli e spesso custodi di veri tesori d’arte e di sapere.

L’Associazione Meridies di Nola è impegnata da oltre vent’anni nella riscoperta, nel restauro, nella tutela e nella divulgazione di questo patrimonio inestimabile che arricchisce il nostro territorio.

SettembrArte è una delle manifestazioni attraverso cui l’associazione nolana apre  i maestosi portali di chiese e palazzi storici al grande pubblico, avvicinandolo alle inestimabili opere d’arte e d’ingegno in essi contenuti e la cui esistenza è per lo più ignorata. Nata nel 2011, l’iniziativa quest’anno ha avuto inizio il 15 settembre presso il convento di Santa Maria del Pozzo, a Somma Vesuviana e si concluderà il 5 ottobre nel Salone dei Medaglioni del Palazzo Vescovile di Nola.

Il 29 settembre i membri dell’associazione Meridies con in testa il Presidente Michele Napolitano hanno condotto i visitatori nel santuario e nelle sale del convento francescano ad esso adiacente di Santa Maria a Parete a Liveri, piccolo comune del nolano. A fare gli onori di casa il Sindaco della cittadina, l’ingegner Raffaele Coppola.

L’intero complesso è edificato con la classica pietra tufacea di cui la nostra regione è ricchissima. Ad esso si accede con un ampio e lungo scalone frontale ed uno più piccolo laterale, entrambi realizzati in piperno. Di piperno sono anche il portale principale, arricchito da incisioni che riproducono i simboli della Passione di Cristo, e l’ingresso laterale.

La fabbrica inizia nel 1514, nell’area in cui ad una giovane contadina, Autilia Scala, compare la Vergine Maria. La sacra apparizione chiede alla ragazza di erigere in quel luogo una chiesa dedicata al culto della Madonna. Enrico Orsini, conte di Nola, dà credito al racconto della fanciulla che gli si presenta accompagnata da suo padre. E’ così che nasce un luogo di culto che accoglierà, nei secoli, folle immense di fedeli.

L’icona di Maria in essa custodita si guadagna in breve tempo la fama di avere poteri taumaturgici, come testimoniato dal numero impressionante di ex-voto e testimonianze di vario genere di guarigioni inspiegabili custoditi nelle sale del santuario. Si narra, inoltre, di come una volta un uomo, nel luogo sacro, abbia lanciato una provocazione scellerata e blasfema alla Madonna, sfidandola a fargli cadere un braccio. Detto fatto l’incauto sacrilego ebbe, poco dopo, un braccio irrimediabilmente distrutto da una improvvisa ed inspiegabile cancrena.

Ma lasciamo fede e religione al giudizio di ognuno di noi e veniamo all’altro aspetto delle chiese, cui peraltro si accennava all’inizio: nel corso dei secoli esse si sono trasformate in ricettacoli di lavori di arte e artigianato di livello spesso eccellente e di documenti storici, letterari e scientifici preziosi e talvolta addirittura unici.

E questo è esattamente ciò che è accaduto al complesso di Santa Maria a Parete. Agli oggetti pregni di storia e di umanità dei già citati ex-voto donati dai fedeli si aggiunge la biblioteca, ospitata nei locali del convento, che accoglie una collezione incredibile di volumi scritti negli ultimi cinquecento anni.

Tomi i cui argomenti spaziano dalla storia alla geografia, dall’astronomia alla fisica, alla filosofia, alla musica. Una ricchezza incredibile, una manna del cielo per amanti ed esperti dei libri antichi. C’è una copia della «Encyclopédie» di Diderot e D’Alambert, libri di storia della città di Napoli e testi dedicati alla geografia del vesuviano. E poi volumi dedicati alla «scienza nuova», quella che prende le mosse dalle teorie eretiche di Keplero e di Galileo, pagine meravigliose, veri e propri capisaldi della storia della scienza ma che per i loro contenuti erano ritenuti all’epoca destabilizzanti o addirittura blasfemi dalla Chiesa Cattolica. Libri che mai ti aspetteresti che potessero essere custoditi e studiati all’interno di mura cattoliche. Ma tant’è, tra la Grande Storia, quella stampata nei libri e fatta dai Grandi Uomini, e la piccola storia, fatta dalla stragrande maggioranza degli uomini con la loro comune quotidianità, c’è sempre stata una distanza siderale. E così le teorie ferocemente avversate dalla Chiesa venivano in realtà studiate e conservate negli opifici di sapienza di quella stessa Chiesa. Per fortuna, oseremmo dire. Un tesoro composto da oltre 6000 titoli che tutti possono consultare; per i dettagli visitate il sito:

http://www.anagrafebbcc.chiesacattolica.it/anagraficaCEIBib/public/VisualizzaScheda.do?codice_cei=CEI174B00004

Dopo la visita, uno splendido, suggestivo concerto di musica sacra del Coro Diocesano di Nola diretto da Domenico De Risi, con brani di Vivaldi, Desprez, Perosi, Arcadelt, Bartolucci e dello stesso De Risi, eseguiti tanto a cappella quanto con l’accompagnamento dello splendido organo a canne del Santuario.

E per finire, un ultimo passaggio nel chiostro del convento. Nell’aria finalmente fresca della sera si assaggiano le buonissime ‘polpette di stoppa’,  polpette a base di macinato di manzo e mollica di pane, una specialità tipica liverese. Una vera delizia servita nella crosta di grosse pagnotte tonde che, svuotate della mollica impiegata per impastare le polpette, si trasformano in scodelle commestibili. Uno spuntino particolarmente gradito data l’ora che volge al desio

Chiudiamo con un ultimo plauso ai membri dell’Associazione Meridies e di tutte le organizzazioni simili presenti sul nostro territorio: con la sola spinta della passione e spesso a costo di grossi sacrifici personali, questi uomini  e donne svolgono un lavoro preziosissimo per la salvaguardia e la promozione di un patrimonio culturale ed artistico di incommensurabile valore, colmando un vuoto (uno dei tanti…) lasciato dalle Istituzioni preposte.

Un caro saluto dal vostro Antonio ‘Marco’ d’Avino

Immagini di Juna Lieto

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