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Contagi e riaperture, le scelte politiche che dividono destra e sinistra

Tra contagi e riaperture sono molte le scelte che dividono la politica italiana. Attribuire linee di pensiero all’una od all’altra fazione (che fa parte dello stesso governo) è una cialtroneria.

La narrazione pandemica: le mille maschere di Salvini

Aperturisti contro chiusuristi. Il dibattito degli ultimi mesi si è concentrato, quasi esclusivamente, su queste due mitologiche figure. Da una parte il partito dei responsabili e dall’altro coloro che volevano aprire (guai a chiamarli irresponsabili). Un braccio di ferro, almeno apparentemente, che sa di farsa ma c’è chi ci crede davvero. Andiamo con ordine per capire cosa realmente sta succedendo ed è successo.

In quel maledetto febbraio nessuno ci aveva capito nulla. La Cina sembrava lontana, come se fosse soltanto un ologramma. Ciò che accadeva lì non ci riguardava, noi eravamo esenti. La gente iniziava ad avere paura, ma i vari leader politici facevano propaganda affinché la gente uscisse. Giorgia Meloni e Matteo Salvini non si preoccupavano, anzi il secondo addirittura girava un video in aeroporto. La memoria è corta, molto corta. Quel video, così come il post di Zingaretti con tanto di aperitivo. Salvini si trasforma, quindi, in “no mask” partecipando addirittura a conferenze che negavano il covid e facendosi fotografare in giro senza mascherina.

Succede che poi la pandemia entra nel vivo e Salvini veste i panni dell’intellettuale responsabile (cambia addirittura look indossando gli occhiali). La sinistra chiede scusa e diviene responsabile forza di governo impegnata a combattere la pandemia. Resta ad urlare solo Giorgia Meloni, e pochi altri, contro una “dittatura sanitaria” contro un “governo che lavora di notte” (come se ciò fosse un demerito). Accade poi che Conte viene spodestato da Renzi ed arriva Draghi, il quale fa le stesse cose di Conte ma insieme a Lega e Forza Italia nella maggioranza. Resta ad urlare, anche stavolta, solo la Meloni.

Contagi e riaperture, le scelte politiche che dividono destra e sinistra

Con Draghi iniziano ad arrivare più vaccini. Si sfonda quota 400mila inoculazioni già ad aprile, ma l’obiettivo millantato di 500mila al giorno è lontano. Ci stiamo avvicinando in questi giorni di maggio, e potremmo dirci soddisfatti. Gli effetti si vedono: meno morti e meno contagi, il Paese riparte ma la pandemia non riprende forza. L’Europa si rialza e c’è il Recovery Fund da presentare.

A questo punto, però. la Lega si vede scalzata da Fratelli d’Italia nella propaganda anti-regime (quando in realtà sono loro gli alleati degli ultimi dittatori al mondo, anche in Europa). Ora il dibattito tra chiusuristi ed aperturisti ha una nuova, lunga, puntata: il coprifuoco. La gente è allo stremo, giustamente, e non ce la fa più. Ogni scusa è buona, adesso, ed ogni bandiera va portata a casa prima che tutto finisca. Lo sa bene la Lega che vuole riappropriarsi delle vecchie battaglie: immigrazione, scudo fiscale, condono e quant’altro. La Meloni corre, troppo per i gusti dell’alleato, e qui casca l’asino perché Matteo Salvini ha portato la Lega nel governo contro il quale parla tutti i giorni. Siedono i suoi ministri tra i banchi dell’esecutivo ma lui sembra tralasciare questo dettaglio.

Gioca al gioco delle tre carte, Salvini: quando il governo fa cose impopolari è colpa di Speranza, quando fa cose popolari è grazie alla Lega. Sarebbe un modo di fare facile da smontare, ma la sinistra ha messo da parte le armi e si è concentrata sui problemi interni. Le amministrative a Roma e Napoli assorbono le energie del Pd che si scontra col M5s. Conte non riesce a far passare la sua linea e si trova in impasse con Letta costretto a scegliersi i candidati alternativi. Il gioco al massacro continua mentre la destra si fa bella davanti al Paese. Va reso, però, merito ad Enrico Letta di aver contrastato Salvini in varie occasioni. Ancora non basta, ma è un punto di partenza.

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Daniele Naddei

Giornalista iscritto all'ordine dei Giornalisti Pubblicisti della Campania da maggio 2014. Caporedattore.

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