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Diciotti, il Senato dice No al processo di Salvini. Protesta del Pd: “Vergogna”

Dopo il voto dei 5 stelle, oggi arriva anche quello della Giunta per l’immunità del Senato che, con 16 contrari e 6 a favore, non autorizza il processo di Salvini. Il Pd urla  “Vergogna”, mentre il 5 stelle Giarrusso risponde con il gesto delle manette e dice: “Io non ho i genitori ai domiciliari”.

Prima del verdetto Slavini aveva dichiarato: ” Per me prima viene la difesa dei confini e la sicurezza della mia gente quindi io lavoravo tranquillo ieri e lavoro tranquillo oggi. I senatori hanno fatto e faranno le loro scelte. Avrei accettato qualunque risposta, consapevole del fatto che quello che sto e stiamo facendo lo facciamo per il bene del nostro Paese. Quindi ero e sono pronto a qualsiasi tipo di giudizio.”

Dopo la decisione Salvini ringrazia il suo team: “Siamo una squadra. Al governo c’è una squadra, non ci sono dei singoli, quindi io ringrazio per la fiducia alla squadra“.

La votazione

Il voto della Giunta rispecchia la volontà del popolo 5 stelle, che nella giornata di ieri aveva espresso il suo voto online sulla piattaforma Rousseau.  Il No dei 6 5 stelle è stato raggiunto anche da Lega, Forza Italia, Fdi e Autonomie. Sì al processo invece dal Pd (4 componenti), Pietro Grasso (Leu) e Gregorio De Falco (Misto).

Il senatore cinquestelle Michele Giarrusso ha commentato il voto espresso dagli iscritti M5s su Rousseau: “Non c’è nessuna spaccatura, c’è stato un voto democratico, i voti bulgari appartengono a un’altra epoca, a un altro sistema, a un altro regime. C’è stato un approfondito e acceso dibattito, viva la democrazia“.

Il senatore risponde facendo il segno delle manette alla delegazione dei Pd che ha inscenato una protesta dentro il cortile di Sant’Ivo alla Sapienza davanti all’aula della giunta. “Armati” di cartelli con le scritte: “#Vergogna”, “#decideCasaleggio” “#Lachiamavanoonestà, i parlamentari hanno sfilato nel cortile davanti ai giornalisti. “Siamo molto preoccupati – ha detto Simona Malpezzi – siamo di fronte a una democrazia di un blog che sconfigge la democrazia parlamentare“.

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