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Dl Sicurezza, il governo sulla questione fiducia

“Il governo presenta un emendamento interamente sostitutivo del testo del decreto, sul quale, previa autorizzazione del Consiglio dei ministri, intende porre la questione di fiducia”.  Lo ha detto il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Riccardo Fraccaro, parlando nell’Aula di Palazzo Madama.
La cronaca della giornata vede un susseguirsi di mosse tattiche. In mattinata è il M5S a prendere l’iniziativa annunciando la fiducia al Senato al dl sicurezza. Mossa che, nella strategia di Di Maio, ha un duplice obiettivo: disarmare la fronda “ortodossa” ed evitare che Salvini approvi una delle sue misure “bandiera” con l’aiuto di Fdi e di una parte di FI, dando dimostrazione di una forza parlamentare che metterebbe il Movimento in difficoltà.

La mossa di Di Maio non viene presa bene dalla Lega, i lavori del Senato – dove compare, tra l’altro, anche Davide Casaleggio – vengono sospesi e i malumori del Carroccio arrivano fino ad Algeri da dove il premier Giuseppe Conte frena così: “sulla fiducia decideremo entro oggi”. Nel tardo pomeriggio però la mossa del M5S sembra trovare il sì della Lega: oggi il governo porrà la fiducia su un maxiemendamento al decreto che conterrà anche alcune piccole correzioni. Parallelamente, alla Camera e in via Arenula, va in scena lo scontro sulla prescrizione. Al ministero della Giustizia Alfonso Bonafede convoca i relatori M5S Francesco Forciniti e Francesca Businarolo, il sottosegretario Vittorio Ferraresi, il capogruppo della Lega alla Camera Riccardo Molinari e Igor Iezzi, il deputato a cui a Salvini ha affidato il dossier anticorruzione in commissione.

L’incontro si risolve con una fumata nera e con una consapevolezza: solo un vertice tra i leader può risolvere un nodo come la prescrizione sul quale il M5S si gioca ancora una volta la faccia con i suoi militanti e la Lega non può distanziarsi eccessivamente dal “credo” del centrodestra. Poco dopo, infatti, i relatori ritirano l’emendamento contestato solo per evitare un giudizio di inammissibilità per estraneità alla materia e lo ripresentano con una modifica al titolo dell’intero ddl anticorruzione, aggiungendo la frase: “nonché in materia di prescrizione del reato”.

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