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Giappone, riprende la caccia alle balene

Nonostante le proteste internazionali le prime 5 baleniere sono pronte a salpare già da lunedì 1 luglio.A dicembre il paese aveva lasciato l’International Whaling Commission (IWC), l’organizzazione internazionale che si occupa di regolare la caccia alle balene nel mondo.

L’uscita dall’IWC consente ora al Giappone di riprendere a sterminare cetacei anche nelle acque costiere, dove nuotano le balenottere acutorostrate, le balenottere boreali e le balenottere di Eden, tre specie che i giapponesi sostengono si siano ripopolate proprio grazie alla moratoria decisa nel 1986. Si può dunque ricominciare a ucciderle, con lo scopo di rinvigorire l’economia delle piccole isole i cui pescatori da secoli hanno pescato balene senza riuscire a trovare equivalenti forme di sostentamento.

 Il governo di Tokyo ha dovuto dichiarare di avere interrotto la caccia alle balene per scopi commerciali nel 1982, in ottemperanza alla moratoria adottata dall’Iwc, ma dal 1987 le imbarcazioni nipponiche hanno ripreso a sopprimere piccole quote di balene per questioni che il governo definisce ‘legate alla ricerca scientifica’. Tokyo ha fatto sapere che la caccia avverrà nelle acque della propria zona esclusiva economica (Zee), e non più nell’Oceano antartico, aggiungendo che le navi rispetteranno i limiti sulle quote di pesca per accertarsi che la popolazione dei cetacei non diminuisca.

Dietro alla ripresa alla caccia  ai cetacei, contro il parere della maggioranza della comunità internazionale, secondo esperti, ci sarebbe proprio la forte crisi dell’industria della carne di balena che, ancora oggi, malgrado il repentino calo delle vendite, è considerata una fonte alternativa e a buon mercato di proteine.

Resta da capire se i giapponesi, dopo 33 anni senza, accorreranno nei negozi e nei ristoranti per consumare carne di balena, oppure se la coscienza ambientalista su questo tema si sarà fatta largo o magari, più semplicemente, in tre decadi la gente ha finalmente cambiato gusti.

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