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Gioco di potere dietro l’attacco alla Manchester Arena: l’Imperialismo senza fine

Se è una guerra allora inutile sorprendersi. Né dei morti in Europa né di quelli in Medio Oriente. E’ arrivato il momento di tirare le somme. I fatti: a Manchester un attacco terroristico sconvolge l’Inghilterra, 22 vittime durante il concerto di Ariana Grande alla Manchester Arena. Tra le vittime molti bambini, la più piccola aveva 8 anni. L’attentatore apparteneva all’Isis, insieme con il fratello ed il padre che però non hanno partecipato attivamente all’attacco. Subito si è fatta sentire l’alta politica europea: indignazione, sgomento, condoglianze e frasi forti. Tutta circostanza a confronto di quanto invece, proprio a causa della loro guida estera scriteriata, accade nelle zone sensibili.

Il patto: Usa, Russia e Turchia si sono già spartiti le zone. Non si parla semplicemente di influenza, ma di vere e proprie zone militari, e di qui a breve il progetto prenderà forma. Gli errori del passato non si comprendono mai fino in fondo, ma la poca capacità d’analisi delle attuali classi politiche fa si che non li possa comprendere affatto. Le grandi potenze sono pronte ad un Iraq II oppure ad una nuova Libia? Entrambe le strade hanno prodotto ancora guerre, tensioni internazionali e terrorismo. In due parole continua l’imperialismo ma la situazione è cambiata, non siamo più nel 1700.

Il sistema funzionava nel XVIII secolo: è vero, e la Gran Bretagna ne sa qualcosa. Dopo aver surclassato l’Impero spagnolo, che con la morte di Carlo V (ovvero Carlo I, ndr) vide un crollo verticale a causa dell’incapacità amministrativa di stare al passo con i tempi, l’Inghilterra dominava i mari di tutto il mondo. Colonizzava senza pietà insieme alla Francia, ma all’epoca non vi potevano essere ritorsioni: non esistevano missili e bombe, e soprattutto non esistevano stranieri nei grandi Paesi. Era un po’ come fare i banditi sapendo di poter restare impuniti.

I tempi sono cambiati: quando Donald Trump vende armi all’Arabia Saudita, consentendogli difatti di invadere lo Yemen in cambio della stabilizzazione del prezzo del petrolio, si capisce che non esiste altra coscienza al di fuori del liberismo sfrenato e dell’interesse economico. Ora i nuovi imperi del mondo fanno quello che vogliono con il Medio Oriente, ma non fanno i conti con il nazionalismo che loro stessi hanno esportato all’inizio del ‘900. Così in Turchia, Iran, Siria ed altri paesi.

Bombardiamo i villaggi in Siria: allora teniamoci le Manchester e le Parigi. Teniamoci le Nizza, le Londra, le Berlino. Perché in questa politica estera non solo non esiste rigore ma, soprattutto, non esiste altro interesse al di fuori del denaro e del bilancio dello Stato. E’ per questo che l’attentato alla Manchester Arena è solo un ventesimo di quello che stanno subendo i siriani, i curdi, i palestinesi e le popolazioni dell’Egitto meridionale. Dobbiamo esserne consapevoli, ma senza abituarci.

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Daniele Naddei

Giornalista iscritto all'ordine dei Giornalisti Pubblicisti della Campania da maggio 2014. Caporedattore.

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