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Gli zuccheri e i danni dell’infiammazione

Gli zuccheri sono al centro di importanti dibattiti. Sapevi ad esempio che l’industria alimentare ha fatto pressioni economiche negli anni ’70 per nascondere i loro danni?

Probabilmente una persona nata nella seconda metà del ‘900, ricorderà le pubblicità che promuovevano lo zucchero perché fa tanto bene al cervello. In realtà oggi sappiamo che è tutt’altro che salutare.

Con la scoperta del microbioma e dell’importanza della flora batterica intestinale, abbiamo completamente cambiato opinione in merito. Gli zuccheri raffinati infatti vanno a nutrire la flora batterica cattiva. Questi batteri grazie allo zucchero proliferano causando infiammazione, gonfiore addominale e danneggiando la mucosa intestinale.

Il meccanismo delle carie è abbastanza simile. Non è direttamente lo zucchero ad aggredire il dente. Esso è però il nutriente di alcuni batteri che si trovano nella nostra bocca, che dallo zucchero producono degli acidi che danneggiano lo smalto.

Lo zucchero è inoltre uno degli alimenti preferiti della candida. Un suo abuso può favorire lo sviluppo di fastidiose candidosi intestinali e vaginali.

Si è scoperto inoltre che l’insulina ha un forte ruolo infiammatorio nell’organismo. Essa infatti è in grado di trasformare alcune classi di Omega 6, attivando delle cascate di prodotti infiammatori. Andrebbe quindi limitato il consumo di zuccheri raffinati in tutte quelle persone che soffrono di patologie infiammatorie croniche, come ad esempio la problematiche reumatiche e autoimmuni.

Se a questo aggiungiamo l’aumento smisurato di malati di sindrome metabolica, con obesità e diabete di tipo II, comprendiamo come sia meglio stare alla larga dallo zucchero raffinato. Questo non significa solo non zuccherare il caffè. Significa soprattutto evitare tutti quei prodotti industriali che sono trattati con molto zucchero (e anche molto sale) per correggerne il sapore e farlo piacere ai consumatori.

Bisogna in questo caso tutelare soprattutto i bambini e insegnare loro una buona e sana educazione alimentare.

Dott.Carlo Conte

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