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Governopoli, Italia nel caos a causa di Salvini e Di Maio; segretario Lega sulla barricate

Non è il nome del premier a dividere, e non si tratta nemmeno di Savona all’Economia. Matteo Salvini aveva già studiato tutto nei minimi particolari. Oggi guarda i sondaggi incredulo e vorrebbe votare domani stesso se potesse.

La Lega (ex Lega Nord, per chi lo avesse scordato, nda) rischia seriamente di diventare il primo partito d’Italia. Matteo Salvini vuole la poltrona da Premier, con la legittimazione popolare del voto, al termine di una genesi che nemmeno la Bibbia si sarebbe mai sognata.

 Messa in stato d’accusa del Presidente della Repubblica

Lo hanno scritto ed esposto in inglese, anche se erano loro a definirsi patriottici. Giusto per usare una simbologia che confonde, ma la sostanza è assai grave. Sergio Mattarella non si è certamente macchiato di Alto tradimento, né di Attentato alla Costituzione, eppure a Di Maio e Meloni serviva un nemico. Un pretesto per spiegare la debolezza della sua diplomazia.

Alla fine l’unico che c’è andato di mezzo è colui che stava gestendo la più grande crisi della Repubblica. La più lunga, la più estenuante, con il fiato sul collo dei mercati. Il Presidente, questo si, ha contribuito certo ad aumentare l’incertezza, ma è chiaro di che cosa si stia parlando. Al massimo sarebbe stato Mattarella, con la Procura, a poter denunciare i detrattori per vilipendio nei confronti del Capo dello Stato.

Il Presidente ha però un altro stile, ha lasciato parlare ed ieri i nodi sono venuti tutti al pettine. Senza rancore.

Di Maio col cappello in mano da Mattarella

Avrebbe chiesto scusa al Presidente della Repubblica Italiana. La visita del leader politico del Movimento 5 Stelle avrebbe avuto un doppio fine: quello di portare le proprie rimostranze e proporre la soluzione al problema, ossia spostare Savona su un altro ministero. La scelta, gradita a Mattarella, è però stata bocciata da Salvini.

In ogni caso Di Maio in due giorni ha cambiato idea una decina di volte. In piazza ha parlato di impeachment per poi fare retro-front. I grillini volevano  in pratica sfruttare la figura di Mattarella come nemico comune, per farsi forti in vista della campagna elettorale. Tentativo fallito, la risposta dell’elettorato è stata minima. Allora ecco Luigi Di Maio, col cappello in mano dinnanzi a Sergio Mattarella.

Finta, ri-finta e contro finta: la strategia vincente di Salvini

Paolo Savona era soltanto una scusa. Un euroscettico qualsiasi, altro che professore di cui siamo pienissimi. Matteo Salvini porta a casa un capolavoro politico: cresce nei sondaggi come non mai e si candida seriamente come prima forza.

Ripercorrendone le tappe: sapeva bene che Mattarella avrebbe fatto non poche storie a piazzare un ministro dell’Economia con quelle caratteristiche. Così la sua è stata una grande finta, una tattica intelligente per guadagnare consensi. Adesso i sondaggi danno la Lega al 26% pochi punti sotto il Movimento 5 Stelle che si attesterebbe intorno al 29-30%.

Salvini risponde picche anche all’ultima di Di Maio di ieri: spostare Savona non va bene. Così facendo fa capire la base del ricatto: il piano B in casa per uscire dall’Euro e dall’Ue, mandando in malora decenni e decenni di integrazione. Sotto la voce del contratto di Governo: “Tornare agli accordi pre-Maastricht”, che si traduce esattamente con l’abbandonare la moneta unica.

Piano sventato da Sergio Mattarella, che ci ha messo la facci e che ora subisce, ma in cuor suo sa di aver fatto la cosa giusta.

Governo Cottarelli senza fiducia, gli scenari futuri

Si presenterà alle camere il Governo di Carlo Cottarelli che non avrà nemmeno un voto in parlamento. Un traghettatore fino alle prossime elezioni, che sia settembre o (ormai ipotesi distante) luglio. Con i mercati sfiduciati dall’avanzata dei populismi, con la sinistra ridotta ad un’ombra, ed i 5 Stelle sempre più in difficoltà ecco che avanza la seria ipotesi della coalizione di centrodestra.

Numeri alla mano alle prossime elezioni la premiata ditta Salvini-Meloni-Berlusconi partirebbe avvantaggiata. La proiezione ad oggi potrebbe essere indicativa per sforare anche il 40%. Cosa ne sarà staremo a vedere, mai come stavolta si va verso un cambiamento radicale.

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Daniele Naddei

Giornalista iscritto all'ordine dei Giornalisti Pubblicisti della Campania da maggio 2014. Caporedattore.

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