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Guanti e mascherine: i rifiuti da gestire durante la pandemia causata dal Coronavirus

I dispositivi di protezione individuale che, dopo essere stati utilizzati diventano rifiuti, devono essere smaltiti correttamente per evitare che invadano le nostre strade, i nostri marciapiede e i nostri parchi.

Quantitativi crescenti di mascherine e di guanti sono avvistati anche in mare, dove rischiano di diventare letali per tartarughe e pesci che li scambiano per prede di cui nutrirsi. Una stima del Politecnico di Torino dice che per la Fase 2, in cui verranno progressivamente riavviate attività produttive e sociali, serviranno 1 miliardo di mascherine e mezzo miliardo di guanti al mese. Si tratta di quantitativi molto elevati, che impongono un’assunzione di responsabilità da parte di chi utilizzerà questi dispositivi di protezione: bisogna che ognuno di noi faccia uno sforzo per far sì che si proceda con uno smaltimento corretto e con il minor impatto possibile sulla natura. Se anche solo l’1% delle mascherine venisse smaltito non correttamente, e magari disperso in natura, questo si tradurrebbe in ben 5 milioni di guanti e 10 milioni di mascherine al mese disperse nell’ambiente. Sarebbero decine di migliaia di kg di plastica dispersi in natura ogni mese: uno scenario pericoloso che va disinnescato.

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