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Guatemala, il Volcan de Fuego e la sua potenza

Una devastazione simile a quella di Pompei.  A differenza del Kilauea, visto qualche giorno fa alle Hawaii, il Volcan de Fuego è uno stratovulcano che continua ad eruttare rapidi getti di lava, ceneri e fango. 

Il de Fuego è uno stratovulcano, in particolare il più  dei tre che si trova in zona. Altre due eruzioni simili ci sono state nel 1902 e nel 1974. Il Kilauea invece è un vulcano a scudo, è caratterizzato da fuoriuscite di lava più lente e graduali dalle fessure, mentre il vulcano guatemalteco tende  a scoppiettare continuamente. Sono state registrate fino a 9 esplosioni in un’ora. Il magma è molto diverso. “Quello del Kilauea è piuttosto fluido, il che significa che i gas possono fuoriuscire facilmente. Quello del de Fuego è invece più denso e viscoso e pertanto intrappola aria fino a quando non si crea una pressione tale da generare eruzioni esplosive. In rari casi si possono anche formare dei nuovi crateri, ma questa volta l’eruzione del deFuego è avvenuta dal cratere principale già esistente”. Spiega il vulcanologo della Concord University Janine Krippner. Oltre alla lava la cosa preoccupante sono le successive reazioni a catena messe in atto dall’eruzione. Dpo l’eruzione infatti roccia fusa e detriti vulcanici si depositano lungo i suoi fianchi. La colata piroclastica si forma quando cenere e rocce, alcune grandi quanto macigni, creano valanghe rapide e bollenti che scendono velocemente a valle. Dopo che le colate piroclastiche si disperdono, la roccia fusa rimane indietro. Dato che la maggior parte del Guatemala ha un clima tropicale, spesso è colpito da piogge forti e frequenti. Quando si mescolano con i detriti vulcanici, le piogge possono formare delle pericolose colate di fango chiamate lahar. Se la pioggia è stata leggera, si spostano come cemento ancora non solidificato, mentre dopo piogge intense possono creare alluvioni lampo che inondano le vallate.

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