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Il nuovo anno inizia con incertezze sulla crescita economica globale

Il 2019 si apre con profonde incertezze da un punto di vista economico circa la crescita globale e l’andamento dell’industria.

In Cina si registra un rallentamento nell’andamento del settore manifatturiero. L’Italia si è confermata sotto la soglia, anche se in leggera ripresa, ma sempre in fase di contrazione.

Quel che non lascia ben sperare è che “a dicembre la fiducia delle aziende manifatturiere ha continuato a diminuire per il terzo mese consecutivo e ha toccato il livello minimo in sei anni”. Nel complesso dell’Eurozona “continua a vacillare la crescita del manifatturiero”, hanno scritto gli economisti fissando l’indice Pmi in calo a 51,4 punti. Anche la Germania ha dato segnali di stanchezza: 51,5 punti, minimi da 33 mesi.

Le Borse europee hanno reagito trattando in forte calo durante la mattinata per poi recuperare in parte. Milano al momento segna -0.8%. A livello europeo l’intero comparto bancario mostra segni di sofferenza. Piazza Affari è presa dalla vicenda di Banca Carige, mentre la Banca centrale europea ha disposto il commissariamento dell’istituto ligure.

In ribasso anche le altre Borse europee: Francoforte riesce a ricucire le perdite fino al -0,2%, Parigi resta in rosso dell’1,3% e Londra a -0,6%. Questa mattina, la Borsa di Tokyo è rimasta chiusa per festività, ma le altre Piazze da Hong Kong (vicina al -3%) a Sydney (-1,6%) si sono tinte di rosso. Perdite intorno al punto percentuale per i listini cinesi di Shanghai e Shenzhen.

L’euro ha aperto in rialzo a un soffio da quota 1,15 dollari. La moneta europea passa di mano a 1,1490 dollari, dopo un top di 1,1497 dollari. Euro/yen giù a 125,49 e dollaro/yen debole a 109,20, a dimostrazione della scarsa propensione al rischio degli investitori. I prezzi del petrolio aprono il 2019 in calo, penalizzati dall’eccesso di forniture e dal timore di una calo della domanda mondiale.

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