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Imane Fadil, nessuna traccia di radioattività

Nessuna traccia di radioattività nel corpo di Imane Fadil, la testimone dei processi Ruby, morta il 1 marzo scorso. Da quanto si è appreso dai prelievi che sono stati effettuati sul fegato e su un rene ieri pomeriggio tra le 14 e le 17.30, già dalle prime analisi non sono emerse macroscopiche evidenze di radioattività.
In base all’esito delle analisi -si apprende- appare “sempre più improbabile” che Fadil sia stata contaminata  da sostanze radiottive. Questo l’esito dei primi accertamenti condotti da un pool di consulenti disposti dalla Procura di Milano che però non esclude che la modella sia stata avvelenata con metalli pesanti – nel suo sangue c’erano tracce di cadmio, cromo, antimonio, cobalto e molibdeno molto superiori alla media – o che sia morta per una rara malattia autoimmune. Ancora da capire se saranno chiesti ulteriori accertamenti. L’ultima parola spetta al Centro ricerche Casaccia dell’Enea vicino a Roma.

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