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Juventus, l’inchiesta di Report

Nella puntata di Report andata in onda ieri su Rai3 e dedicata ai legami fra ultras e criminalità, le intercettazioni fra Raffaello Bucci, collaboratore della Juve per i rapporti con gli ultras, morto suicida e Alessandro D’Angelo, security manager bianconero.Cosa c’entra il suicidio di un ex ultrà della Juve con una storia che intreccia mafia, bagarinaggio e indagini della Polizia di Stato?

Nell’ultima puntata di Report – il programma di giornalismo investigativo di Rai 3 – è stato trasmesso un servizio di Federico Ruffo sull’inchiesta che ha riguardato i rapporti tra la dirigenza della Juventus e la tifoseria organizzata della squadra, per i quali un anno fa la corte sportiva federale squalificò per tre mesi il presidente Andrea Agnelli e multò la società per 300.000 euro.

L’inchiesta sportiva aveva fatto molto discutere perché si era intrecciata – senza coinvolgere alcun dirigente della Juventus – con quella della procura di Torino sulle attività di una cellula della ‘ndrangheta particolarmente presente nella zona settentrionale del Piemonte.

I giornalisti di Report hanno cercato di ricostruire le vicende collegate alla morte di un tifoso ed ex collaboratore della Juventus, Raffaello Bucci che a luglio di due anni fa si è buttato giù da un viadotto dell’autostrada Torino-Savona. Bucci era un collaboratore dello Slo (ovvero l’addetto alle relazioni tra squadra e tifosi) della Juventus. Il suo suicidio è stato immediatamente successivo alle deposizioni davanti al pm in relazione all’infiltrazione mafiosa nella curva della Juventus. Secondo quanto è stato detto, i suoi interlocutori potrebbero avergli minacciato il figlio. Sulla morte di Bucci la procura di Cuneo ha da tempo in corso un’inchiesta.

Il servizio andato in onda ieri,  inizia raccontando la comparsa nella curva dell’Allianz Stadium di Torino nel 2013 di uno striscione (“I Gobbi”) che secondo la procura piemontese avrebbe rappresentato il primo segnale della presenza nel tifo organizzato juventino della cosca ndranghetista Pesce-Bellocco di Rosarno, capeggiata da Saverio e Rocco Dominiello (padre e figlio) dopo un accordo con gli altri cinque gruppi organizzati presenti in curva. Bucci fu per anni uno dei membri più importanti di uno di questi cinque gruppi: i “Drughi”. Fra le mansioni di Bucci all’interno del gruppo c’era il bagarinaggio, pratica considerata reato amministrativo che frutta tuttora al gruppo decine di migliaia di euro di provenienza illecita in occasione delle partite della Juventus.

 Nel corso delle indagini sulla sua morte è emerso inoltre che collaborava con i servizi segreti, i quali indagavano a loro volta su infiltrazioni estremiste nel tifo calcistico organizzato. Secondo le testimonianze della sua compagna, e stando anche alle intercettazioni telefoniche del capo della sicurezza del club Alessandro d’Angelo, nelle ore precedenti al suicidio Bucci era “terrorizzato” dalle reazioni che il suo interrogatorio in procura avrebbe potuto causare in alcuni esponenti del tifo organizzato juventino.

Una perizia fatta sul suo corpo dopo la morte indicherebbe inoltre la presenza di traumi e ferite sanguinanti estranee alle dinamiche del suicidio, avvenuto lungo un viadotto dell’autostrada A6 all’altezza di Fossano.

A poche ore dalla messa in onda di un’inchiesta sui presunti rapporti opachi esistenti tra dirigenti della Juve, ultrà e ‘ndrangheta, sono arrivate le prime minacce nei confronti dell’autore, il giornalista di Report, Federico Ruffo. Lo hanno reso noto gli stessi autori della trasmissione televisiva d’inchiesta.

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