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La carne rossa e le probabilità di morte prematura

In base alla ricerca pubblicata sul “British Medical Journal”, un incremento o una riduzione del consumo di carne rossa o lavorata per un periodo di 8 anni, è in grado di influire sulla probabilità di decesso prematuro negli 8 anni successivi.

Un aumento nella quantità di carni processate di mezza porzione al giorno, per 8 anni, è risultato associato a un incremento del 13% della mortalità per qualunque tipo di causa negli 8 anni successivi. Un aumento nelle porzioni di carni rosse non lavorate ha fatto salire la probabilità di morte prematura del 9%. Sono emerse poi associazioni specifiche tra l’alto consumo di questo tipo di proteina e un aumento di malattie cardiovascolari, respiratorie e neurodegenerative, e questo indipendentemente dall’età dei partecipanti, dalla qualità della loro alimentazione, dall’attività fisica praticata, dal consumo di alcol o dal fatto che fossero o meno fumatori. Ma nello stesso periodo di tempo, una riduzione dei consumi di carne rossa associata a un aumento di pesce, pollame, frutta secca, cereali, verdure, uova e prodotti caseari nella dieta – un’alimentazione variegata e non necessariamente vegetariana – è parsa collegata a una riduzione della mortalità precoce negli 8 anni successivi.

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