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Le tre DOCG della verde Irpinia

L’evento nazionale “Cantine Aperte”, che coinvolge più di 1.000 aziende vinicole, è dal 1993 l’evento enoturistico più importante in tutta Italia.

Si tratta di un percorso volto a scoprire le realtà aziendali con visite guidate in vigna e in cantina, degustazioni tecniche e abbinamenti cibo-vino. Ma oltre alla possibilità di degustare i vini e di acquistarli direttamente in azienda, è possibile entrare nelle cantine, nel cuore pulsante della produzione, per scoprire i segreti della vinificazione e dell’affinamento.

Nello spirito che anima da quasi tre decenni Cantine Aperte, i produttori irpini si aprono ai visitatori favorendo il contatto diretto con gli appassionati: dalle vigne d’Irpinia nascono vini eccellenti, opera di vignaioli orgogliosi legati alla propria terra e ai propri valori, tant’è che il vino irpino ha meritato un posto di riguardo nel panorama enologico mondiale grazie alla determinazione degli attori del suo territorio nell’attuare un programma ispirato a qualità, ricerca, selezione e miglioramento delle uve. In provincia di Avellino, il comparto vitivinicolo irpino ha una sua fisionomia particolare, che lo diversifica da quella di altre zone per la pregevole produzione di vini di qualità, come il Taurasi DOCG, il Fiano di Avellino DOGC e il Greco di Tufo DOCG.

Il nostro viaggio prevede tre tappe: a Tufo, nel cuore dell’areale del Greco di Tufo, dove è possibile visitare il Mulino Giardino e le storiche miniere di zolfo; a Montefalcione, nelle terre del Fiano di Avellino, dove documenti e testimonianze affermano il succedersi delle denominazioni di Etruschi, Sanniti e Romani; e a Castelfranci, uno dei paesi noti per l’eccellente produzione di Aglianico e Taurasi, patria del Wine Festival.

I vini contraddistinti dalla certificazione di Denominazione di Origine Controllata e Garantita (DOCG) sono prodotti sottoposti a controlli estremamente severi. La loro commercializzazione deve necessariamente avvenire in recipienti di capacità inferiore ai cinque litri, che dovranno obbligatoriamente riportare un contrassegno dello Stato. Questo contrassegno è assolutamente sinonimo di garanzia, circa l’origine e la qualità del prodotto vinicolo. Il procedimento di certificazione inoltre garantisce una numerazione delle bottiglie prodotte e quindi la sicurezza della non manomissione delle stesse.

Il Greco di Tufo, il più antico vitigno dell’avellinese, prende il nome dalla regione greca della Tessaglia. La leggenda narra che fosse bevuto già nell’antica Pompei, quando i contadini coltivarono il Greco proprio alle pendici del Vesuvio, dove prese il suggestivo nome di Lacryma Christi. Nell’area di Tufo viene invece prodotto il Greco di Tufo (DOCG dal 2003), che si ottiene dalle uve dell’antico vitigno greco Aminea Gemina: è un vino secco, di colore giallo paglierino, dall’odore intenso in cui sono riconoscibili la pesca e la mandorla, perfetto per accompagnare pesce e crostacei.

Il Fiano è un vitigno antico presente in Campania fin dai tempi dei Greci, anche se è con i Romani che si assiste alla sua esplosione. È un vino fine, strutturato, dai profumi caldi e avvolgenti, con frutta matura, nocciole, tanti fiori e miele: di colore giallo paglierino, con profumi intensi e fruttati, è ottimo servito con spaghetti a base di pesce, zuppe marinare, pesci al forno.

Dal migliore vitigno dell’antichità, l’odierno Aglianico, si ottiene il vino Taurasi. Prodotto in un’area di grande tradizione vitivinicola, che comprende 17 comuni della provincia di Avellino, il vitigno Aglianico per produrre il Taurasi DOCG è considerato il “fratello maggiore” del Barolo e del Barbaresco ed è una varietà che matura tardivamente. Rese basse e alta densità degli impianti, vigne curate con attenzione al legno durante la maturazione, garantiscono produzioni di Taurasi di grande livello. Il colore di questo vino, dopo prolungata maturazione, assume intense tonalità granato ed il profumo risulta ampio, persistente, ricco di note di confettura di frutti rossi, sentori speziati ed animali.

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