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Lecce, voti in cambio di case popolari: 7 arresti e 46 indagati

Le case affidate a persone non in graduatoria, alcune occupate. Coinvolti ex amministratori comunali, consiglieri comunali – alcuni ancora in carica – e dirigenti del Comune. In tutto 46 indagati. Tra questi il senatore della Lega Roberto Marti.

Voti elettorali sarebbero stati scambiati con alloggi popolari: secondo i magistrati la finalità era quella di acquisire il consenso elettorale dei potenziali beneficiari dei pubblici alloggi. Gli indagati si spendevano per procacciare voti in favore dei candidati del proprio partito.

Le indagini sono cominciate nel 2013 dopo la denuncia di un cittadino. Sono 46 le persone indagate, tutte a vario titolo accusate per associazione per delinquere finalizzata alla corruzione elettorale, abuso d’ufficio e falso ideologico.

 Ex amministratori comunali, consiglieri comunali, alcuni dei quali ancora in carica, e dirigenti del Comune di Lecce sono stati arrestati in queste ore dai militari della Guardia di Finanza. Gli arresti sono stati richiesti dai Pm Massimiliano Carducci e Roberta Licci.

Nell’elenco degli indagati che non sono stati raggiunti da alcun provvedimento restrittivo compare anche il nome del senatore leccese della Lega Roberto Marti. Dal 2004 al 2014 Marti è stato assessore a Lecce ai Servizi sociali, ai progetti mirati e alle pari opportunità. Il reato contestato è abuso d’ufficio e falso ideologico.

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