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Malasanità: “ll professore in ospedale non visita, ma solo privatamente”

“Il professore in ospedale non visita, ma solo privatamente” è ciò che viene risposto a coloro che cercano di prenotare una visita con il professor Michele Gallucci del reparto Urologia Oncologica dell’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena di Roma.

Ennesimo caso di malasanità. La struttura protagonista, questa volta fa parte, delle eccellenze della sanità pubblica italiana.  E’ uno dei pochi centri al mondo,infatti,  assieme alla University of Southern California e al General Hospital di Pechino, in cui la chirurgia robotica mini-invasiva viene utilizzata per delicati interventi ai reni e alla prostata con risultati straordinari.  All’apparenza niente di strano ma se si vuole avere la certezza di essere operati meglio intraprendere strade diverse.  Non sono solo congetture, il tutto è stato dimostrato da un video del Corriere della sera, in cui gli stessi addetti di reparto alla richiesta di prenotazione rispondono che il professore visita solo privatamente, per 200 euro. Ovviamente ci si può comunque mettere in lista ma “Le liste d’attesa sono lunghe” e ” la disponibilità di posti per gli interventi è limitata”.  Una vicenda che fa riflettere sulla possibilità di importare in Italia il modello americano di sanità.

I partiti sulla questione sanità

L’idea che la malasanità possa essere curata solamente con servizi a pagamento non è nuova alla politica italiana. Infatti, proprio in questi giorni fanno riflettere le dichiarazioni di Nerina Dirindin, esponente di Liberi e uguali.  “Saremo sempre contrari ad importare il modello americano e difenderemo una sanità pubblica universale e garantita per tutti”. La risposta della Dirindin  arriva a causa dell’idea di un’assicurazione a pagamento per la sanità per i redditi più alti avanzata dal candidato alla Regione Lazio Stefano Parisi per far fronte agli oneri dell’introduzione della flat tax.

Ma come funzione la sanità a pagamento negli Stati Uniti?

Contrariamente a quanto accade in Europa, la sanità in America non è un diritto universale. Il cittadino può curarsi soltanto se  ha stipulato una copertura assicurativa o ha i soldi sufficienti per far fronte ai costi dell’operazione, della visita o del ricovero. Negli anni ’60  il presidente  Lyndon Johnson, introdusse  il Social Security Act , un sistema sanitario a copertura semiuniversale su cui si basa ancora oggi il sistema sanitario americano: il  Medicare e il Medicaid.

 Medicare

È un programma di assicurazione medica per gli over 65 e i disabili, a prescindere dal reddito dichiarato.  Il  Medicare obbliga sostanzialmente i cittadini a iscriversi per una parte detta A (assicurazione ospedaliera) e una parte detta B (assicurazione medica).

Medicaid

È un programma federale sanitario, per le famiglie con un reddito molto basso, per aiutarle  a sostenere i costi dell’assicurazione medica. L’Obamacare del 2010 ha esteso il diritto alla copertura assicurativa a fasce di reddito che prima non rientravano nei criteri stabiliti dal Medicaid.  Il risultato è stato quello di poter permettere a 30 milioni di famiglie in più di potersi assicurare.

Stato attuale

Le cose cambiano con Trump che ha fatto dell’abrogazione dell’ Obamacare un capo saldo della sua politica. Appena l’abrogazione sarà ufficiale 4 milioni di persone resteranno senza assicurazione. 13 milioni di americani non avranno copertura sanitaria entro il 2027.

Al dicembre 2017, in Italia, quasi 10,5 milioni di persone vivono in stato di estrema privazione. Cosa accadrebbe se il modello americano venisse adottato anche in Italia?

 

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