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È davvero Maria Maddalena? Ricostruito il volto dal teschio

Nel Sud della Francia è stato ritrovato un cranio e delle ossa in una cripta nascosta sotto una basilica. Secondo la tradizione si tratterebbe dei resti di Maria Maddalena, figura controversa per la Chiesa Cattolica, per i più prostituta e per alcuni addirittura moglie di Gesù.

Gli scienziati che hanno condotto le ricerche sono Philippe Charlier, antropologo biologico della Université de Versailles Saint-Quentin-en-Yvelines, e Philippe Froesch, artista visivo specializzato in scienze forensi. Secondo loro i resti non sono da attribuire a Maria Maddalena, ma nell’urgenza di attribuire un nome al famoso teschio di Saint Maximin, hanno fatto riferimento alla tradizione tramandata, come Charlier spiega al National Geographic: «Non abbiamo alcuna certezza si tratti davvero dei resti di Maria Maddalena […] Ma era molto importante che non fosse più un cranio anonimo.»

I due hanno unito le loro conoscenze per ricostruire il volto della donna basandosi sulla modellazione del cranio fatta al computer. Però hanno trovato la teca chiusa – risale al 1974 l’ultima volta che è stato studiato il cranio – quindi sono state scattate più di 500 fotografie da diverse angolazioni per poter creare un modello del volto al computer.

Si è scoperto che i resti appartengono ad una donna morta all’età di circa 50 anni che discende dalla zona mediterranea, di cui possiede anche tratti tipici come la chioma scura e la tonalità del volto. Sui capelli è stato anche trovato un tipo di argilla che si usava per prevenire le infestazioni da pidocchi.

Froesh spiega che il process adoperato per la ricostruzione si fonda su tecniche forensi sviluppate dall’American Federal Bureau of Investigation solitamente usate per le indagini sulle scene del crimine.

L’idea è di proseguire con gli studi sul teschio, ma per fare ciò bisogna trarlo fuori dalla teca. Ci sono tecniche, come la datazione al carbonio, che possono essere applicate solo lavorando direttamente sui resti, ma per il momento la Chiesa Cattolica si è opposta alla rimozione dei resti dalla teca. Charlier vorrebbe condurre anche dei test del DNA per risalire alla provenienza geografica.

I due studiosi hanno più volte sottolineato l’indipendenza dalla Chiesa della ricerca condotta, configurandolo come studio accademico seppure hanno accettato di condividere le immagini con i leader religiosi della città.

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