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Mario Punzo: “la passione è qualcosa che è già in te, ai giovani dico di restare umili”

Mario Punzo ha iniziato la sua carriera nel 1984, come assistente alla cattedra di Decorazione per l’Accademia delle belle arti di Napoli salvo poi, qualche tempo dopo, esserne docente di ruolo. Nel 1994 ha fondato la Scuola Italia Comix a Napoli.

Innanzitutto, com’è nata questa passione per il fumetto? Si è ispirato a qualcuno? A che età ha iniziato?

Una passione non nasce cosi, all’improvviso. E’ una cosa insita già in te, sono sempre stato una persona che ha amato lettura e fumetto, vedo queste cose come un corpo unico, non si possono scindere per me. Ho iniziato preso con delle vignette per Il Mattino, poi però ho fatto Accademia e con questo il mio interesse si è spostato più verso l’arte, sia antica che contemporanea, poi ho messo in atto uno studio di disegnatori di fumetti e questo ha portato poi alla scuola”.

Nel 94’ Lei ha fondato la “Scuola Italiana di Comix” qui a Napoli. Cosa e quanto ha significato questo per Lei e per la Sua carriera?

Non mi piace molto parlare di date. Quello che posso dire, è che è stato tutto un meccanismo lento, un qualcosa che è avvenuto un poco alla volta. Certo, è stato tutto molto soddisfacente, ho avuto moltissime soddisfazioni ed è una sorpresa tutti i giorni”.

E’difficile fare “fumetto” a Napoli e – più in generale – nel resto del nostro Paese?

Qui, va fatta una importante precisazione. Va detto che i tempi sono cambiati, prima era difficile prendere contatti con qualcuno di importante adesso invece è più semplice. Faccio un esempio, grazie a Facebook puoi postare molti disegni o tue creazioni e puoi anche esser contattato perché magari i tuoi disegni piacciono. Prima, invece, questo non accadeva. Nel tempo le barriere si sono rotte, oggi da Napoli posso lavorare per l’America o la Francia, ci sono molti editori per cui una persona può lavorare anche a vari livelli. Prima, invece, c’era un solo editore o pochi editori che comunque ti permettevano un sostentamento, mentre questo oggi può anche non accadere”.

La sua passione nel calcio l’ha portata anche nel mondo del calcio con la creazione di alcuni gadgets per Juventus, Napoli e Roma. Come mai questo?

Non amo il calcio, anzi. Siamo stati contattati da importanti aziende per fare gadgets, siamo stati ingaggiati nella realizzazione di immagini grafiche, portachiavi o tazze, gadgettistica comune insomma. C’era anche un guadagno importante, alla fine però ho deciso di abbandonare questa cosa ed ho preferito concentrare la mia carriera sui fumetti e sui cartoni

Che consigli si sente di dare ai giovani che vogliono affacciarsi in questa carriera? Lei, poi, è anche insegnante..

Ai giovani dico di restare umili e sempre con i piedi per terra. Per esempio, non mi piacciono le nuove generazioni che dopo le primissime pubblicazioni subito pensano di essere artisti. L’umiltà prima di tutto”.

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