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Nobel per la letteratura: è Murakami il favorito, torneranno i Tokyo blues

Al via il countdown per il Premio Nobel per la Letteratura che sarà assegnato il prossimo 6 Ottobre. Numerosi i candidati che i rumors danno per vincitori , tra cui due italiani, Umberto Eco ed Andrea Camilleri. In particolare, però, tre di loro sembrano contendersi il gradino più alto del podio e si tratta, ovviamente, di mostri sacri della letteratura: il kenyano Ngugi Wa Thiong’o, il giapponese Haruki Murakami, la canadese Margaret Atwood.

Su tutti Murakami sembra essere il favorito (che in questi giorni oscilla con una quotazione compresa fra 2.50 e 6.00). Se vincesse, sarebbe il secondo autore giapponese a portare a casa il Nobel dopo Kenzaburo Oe nel 1994. Certo è che negli ultimi anni gli scaffali di case e librerie di tutto il mondo si sono riempiti delle opere di Murakami, bestseller come Norwegian WoodKafka sulla spiaggiaNel segno della pecora 1Q84, che rientrano a pieno diritto nel Pantheon dei grandi classici della letteratura contemporanea. Chi ha già letto Murakami ne ricorderà sicuramente la penna scorrevole e le storie velate di un romanticismo spiccatamente malinconico ma forse non tutti sanno che lo scrittore giapponese deve tanto all’ Italia in termini di ispirazione e spinta creativa. Nel 1986, infatti, Murakami viaggia in Italia trattenendosi in particolare a Roma e in Sicilia. Sono gli anni in cui scrive Norwegian Wood- Tokyo Blues (Noruwei no mori) che si afferma subito come caso letterario, e Dance, dance, dance (Dansu, dansu, dansu).  Nella prefazione per la nuova edizione del 2016 di Norwegian Wood (Einaudi super ET,  p 376), l’autore stesso racconta di aver soggiornato in un albergo della periferia romana, è proprio nella cucina di questo alloggio provvisorio che nasceranno le pagine di quello che è considerato il capolavoro di Murakami. “Il residence si trovava su una collina, e dalla finestra, guardando in basso, si poteva vedere il corso serpeggiante del Tevere e un grande campo da calcio […] E’ guardando questo paesaggio, seduto ogni giorno alla scrivania, che ho continuato a scrivere questo romanzo”

Le descrizioni di luoghi, delle persone, l’attenzione minuziosa ai dettagli apparentemente insignificanti che si rivelano poetici: sono solo alcuni elementi che rendono unica la scrittura di Murakami e questo, anche in poche parole, emerge immediatamente leggendo. Il suo stile è marcatamente orientale, conserva una traccia netta delle origini e della formazione culturale dell’autore. A prescindere dai termini giapponesi che ogni tanto vengono inseriti e spiegati nella narrazione e al di là delle tradizioni e dei paesaggi caratteristici raccontati, le parole di Murakami sono sempre inserite in maniera armoniosa e raffinata nel testo, rendendo la lettura scorrevole e musicale tanto da poter dedurre, pur non conoscendo l’autore, un’ impronta orientale. A tratti, immaginando le scene descritte, sembra che le immagini si formino delineate da un pennello, posizionate in maniera perfettamente equilibrata sulla pagina.

Murakami ha lasciato il segno annoverandosi con i suoi cult tra gli autori più originali e brillanti della nostra epoca. Adesso non resta che aspettare per sapere se sarà premiato a Stoccolma.

 

 

 

 

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