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Parlamento, il 23 marzo al via la XVIII legislatura: lo spettacolo più atteso di sempre

C’è grande attesa, nemmeno si parlasse di una partita di cartello del campionato di calcio, per la prima seduta parlamentare di questa legislatura. I motivi sono vari, ed è bene dare un’occhiata per lanciarsi in un’analisi oggettiva.

La XVIII (18esima) legislatura comincerà ufficialmente il 23 marzo (domani) con la prima seduta della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica. Cominciano ufficialmente i lavori per dare vita al nuovo esecutivo che dovrebbe essere il sessantacinquesimo della nostra storia repubblicana. Ci si sta avvicinando a quel momento come ad un punto di svolta: l’attenzione, e la tensione, non è mai stata così alta. I motivi sono ben chiari: si esce da una stagione di grandissime riforme, di cambiamenti che non sono piaciuti al popolo italiano, e da una campagna elettorale ricca di promesse.

La stagione delle grandi riforme: il governo Renzi/Gentiloni

Il governo di Matteo Renzi prima, e quello di Paolo Gentiloni poi, hanno traghettato l’Italia verso una grande stagione riformista. E’ stato toccato tutto: dalle buste paga alla pubblica amministrazione, al mondo del lavoro ed anche quello, abusato, della scuola. Il risultato è stato chiaro: crollo di preferenze in casa Pd. Le finte dimissioni di Renzi non sono tardate ad arrivare, ed ora si prospetta un nuovo cambiamento. Maurizio Martina ha preso in mano le redini del partito in caduta libera che però si conferma il secondo del Paese.

Ad oggi l’attenzione di tutti quelli che hanno sfiduciato il Pd è altissima. Si esce da un periodo di scelte che non sono piaciute, che ora tutti si aspettano che vengano sovvertite. Cambiare totalmente faccia. Si, ma come? Senza un governo non si va da nessuna parte.

Il reddito di cittadinanza: il Movimento 5 Stelle alla prova del nove

Ora devono governare loro. Sono finiti i tempi in cui si poteva stare attaccati alla tetta di Grillo, a succhiare il latte e vivere nell’ombra. Adesso Luigi Di Maio deve dimostrarsi in grado di fare il leader. Nei confronti dei 5 Stelle ora tutti hanno cambiato atteggiamento: vogliono salire tutti sul carro. Allora via, Di Maio non ha più scuse. Va bene la legge elettorale penalizzante, va bene che nessuno riuscirebbe da solo a formare un governo, ma ora tocca davvero a loro.

A quei grillini che, entrando in Parlamento per la primissima volta, dovranno tentare di formare un esecutivo. Il loro scopo sarà quello di portare una ventata di rinnovamento. Chi li ha votati si aspetta che mantengano le promesse, la maggior parte è pronta a scommettere sul reddito di cittadinanza. Il tanto agognato e sognato reddito per i disoccupati. L’attenzione sui 5 stelle è altissima.

Europa si o no? Stavolta non si può temporeggiare

E’ bene capire che l’attenzione è altissima anche per questo. Al Governo andrà una coalizione di partiti euro-scettici. I loro toni si sono già calmati dopo le elezioni, ed in vista della prima seduta parlamentare ci si aspetta dei discorsi. Le parole dei deputati e dei senatori saranno importanti per sondare l’aria che tira. Stavolta chi vince non può restare a guardare, deve imporsi in Europa. Alla prova del nove, però, avranno il coraggio di prendere una decisione radicale? A parole avevano fatto capire di si, e molti voti li hanno presi per questo motivo.

Il sipario è alzato: ora si entra in scena per davvero.

 

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Daniele Naddei

Giornalista iscritto all'ordine dei Giornalisti Pubblicisti della Campania da maggio 2014. Caporedattore.

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