HOMETEATRO

Pillole di teatro: centro propulsivo di bellezza e cultura

E’ stato attivato il conto alla rovescia, in vista di venerdi 4 e sabato 5 luglio, per il secondo appuntamento della rassegna Pillole di teatro, nata dalla collaborazione tra l’Accademia Vesuviana di Teatro e Cinema, il Tin, Teatro instabile di Napoli diretto da Gianni Sallustro, e la Talentum Production di Marcello Radano.
Due le location: il partenopeo teatro Instabile, un luogo arcaicamente contemporaneo, situato in un ipogeo, e un teatro moderno, che lo stesso Gianni Sallustro definisce come particolarmente accogliente, il Di Costanzo-Mattiello di Pompei. Un gioco di squadra volto a promuovere bellezza e cultura.
Siamo partiti il 21 giugno scorso –  racconta l’attore e regista – con  la proiezione di una serie di corti: Non solo… io, Con gli occhi del cuore e Non siamo soli. Corti dagli argomenti molto impegnativi e forti, tra cui il bullismo, la prostituzione,  lo sfruttamento e il lavoro minorile. Prima di dar corso a questi lavori ci siamo consultati con i genitori e con un team di psicologi e sociologi. In particolare, uno dei corti ci immerge nei ritmi vorticosi di un mondo compulsivo, caratterizzato da adulti assorbiti totalmente nei loro affari e disinteressati a ciò che capita loro intorno. A questo punto, questo universo incrocia un mondo magico, dove alcune creature fatate donano delle bacchette ai bambini, che hanno il compito di  riportare la magia nel loro quotidiano. Viviamo in un mondo che va troppo di fretta e questo corto è un invito a ritrovare il gusto di andare lenti. La capacità di  guardare davvero e di fermarsi a contemplare, coltivando la propria intelligenza emotiva“.
L’esordio non è stato contraddistinto soltanto dalla proiezione dei corti, ma anche dallo svolgimento di rigorose prove di teatro che hanno visto protagonisti i più piccoli – da 4 anni in poi – focalizzate su: recitazione in costume, per calarsi nel personaggio, improvvisazione e dizione.
L’appuntamento ora è per venerdì 4 luglio alle 20:00 e sabato 5 alle 17:30, sempre negli spazi del Tin, con Le felicissime peripezie  amorose di Pulecenella Citrullo, scritto e diretto dallo stesso Sallustro.
Uno spettacolo ispirato ai personaggi simbolo della commedia dell’arte, molto movimentato e colorato, che il regista ha voluto ambientare in un immaginario paese dei balocchi. Un teatro d’azione e di intenzione, come lo definisce l’autore e regista, innestato sulla comicità e sui momenti comici.
Abbiamo –  racconta Sallustro –  ben 26 attori in scena a configurare le trame di un’opera corale. Un’occasione di messa alla prova per i giovani attori dell’Accademia Vesuviana, un momento per confrontarsi con il palco e con il pubblico“.
Infatti, i giovani attori si sperimenteranno nel ricorso a vari registri vocalici: la voce di testa, quella di petto e la voce occipitale.
Gli spettacoli, poi,  si sposteranno a Pompei in un luogo dalla forte coloritura affettiva: il teatro Di Costanzo-Mattiello, con una rappresentazione iconica come Miseria e nobiltà,  in programma domenica 13 luglio alle 20:00,per poi passare a Le pillole di Ercole, sabato 19 luglio  sempre alle 20:00.
“Le nuove generazioni  – continua Sallustro – spesso non conoscono specificamente l’opera Miseria e Nobiltà.  Ma  abbiamo avuto modo di constatare che la scena in cui Totò nasconde gli spaghetti in tasca appartiene ormai all’immaginario collettivo”.
La rassegna si chiuderà domenica 28 settembre alle 18:30, con un ritorno nel cuore pulsante e antico di Napoli
La piece Io non dimentico, scritta e diretta ancora una volta da Sallustro,  nasce da una costola dell’opera I semi dello sterminio, ma ne sancisce una decisa evoluzione in termini di riscrittura.
Al centro della narrazione ci sono tre figure chiave del regime nazista:  Adolf Hitler, Claus Schenk von Stauffenberg, Heinrich Himmler. Le loro storie nere e nefande sono venute incontro all’autore attraverso le pagine di un libro degli anni ’50, durante una passeggiata tra le bancarelle di Port’Alba, per una sorta di sincronicità junghiana
Himmler incarna il braccio operativo del regime nazista – privo di qualsiasi forma di pietà e pronto a tutto per autoaffermarsi. Proprio per questa sua cieca bramosia di potere, gli fu data l’illusione di poter diventare il nuovo furer.
Von Stauffenberg è il generale che si incapricciò di Maria Orsic, ma che viene macabramente ricordato perché stuprava i bambini che comprava, come se fossero degli oggetti di cui fruire, al mercato.
Mefitica incarnazione dell’aberrazione etica e dell’abominio questo trio.
Hitler, dal canto suo, non è stato solo artefice di un massacro collettivo, dello sterminio di un popolo ma, richiamando le parole di Sallustro, anche dell’eliminazione della sua stessa famiglia. Infatti,  fece rapire e massacrare il suo fratellastro omosessuale. Lui era figlio illegittimo, ma, operando un totale ribaltamento della prospettiva, definisce suo padre come illegittimo.
Questo vuol dire – spiega Sallustro –  che, nella sua percezione, lui aveva tutte le carte in regola ed era il padre a essere in difetto, in quanto illegittimo“.
Lo snodo narrativo fondamentale, rifacendosi alle parole dell’autore e regista, avviene quando la narrazione ci mostra non più un popolo completamente plagiato e acquiescente rispetto alle brutture del regime – un popolo che potrebbe appartenere a qualsiasi parte del mondo – bensì una compagine sociale propriamente connotata come partenopea, che assume progressivamente, ma incontrovertibilmente, consapevolezza.
A questo punto, il popolo napoletano vive una vera e propria conversione interiore e decide di ribellarsi, cacciando, con coesione e determinazione, queste anime nere.
Pillole di teatro: viatico di bellezza e di profonda consapevolezza, per far fiorire e rifiorire le coscienze.

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