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Plantoide: il primo robot al mondo ispirato alle piante

Il progetto PLANTOID sviluppa robot capaci di imitare il comportamento delle radici delle piante, combinando una nuova generazione di tecnologie hardware e software.

Plantoide è la prima pianta robot mai creata prima, nato nei laboratori del Centro di Micro-Biorobotica dell’IIT a Pontedera (Pisa), grazie alla collaborazione con l’Università di Firenze, l’Istituto di Bioingegneria della Catalogna (Ibec) e il Politecnico di Losanna (Epfl).

Con il progetto PLANTOID sono stati progettati e realizzati robot ispirati alle piante – detti appunto “Plantoidi” – essi sono capaci di imitare il comportamento delle radici, capaci di esplorare il terreno e accrescersi in risposta agli stimoli esterni. Il progetto è coordinato da Barbara Mazzolai, Direttrice del Center for Micro-BioRobotics dell’Istituto Italiano di Tecnologia a Pontedera (Pisa), e conduce da una parte studi avanzati sul comportamento degli apici radicali, dall’altra fornisce modelli e prototipi di radici robotiche che li imitino, con un focus particolare sulla loro capacità penetrativa, esplorativa e adattativa.

Ogni Plantoide è costituito da un apice radicale munito di sensori, attuatori e unità di controllo, e da un tronco robotico, collegati meccanicamente tra loro da una struttura allungata.

Il plantoide ha nell’estremità il proprio “cervello”: qui si trovano i sensori (chimici, tattili, di umidità e temperatura) e una stampante 3D miniaturizzata. “È come un motore che tira un filo, man mano che il robot cresce e si sviluppa in profondità la matassa si dipana” spiega Mazzolai. Il filo di PLA (acido polilattico) dunque si allunga e consente alla radice artificiale di crescere.

Il Plantoide trova la sua principale applicazione nel monitoraggio e nella bonifica dei suoli inquinati. Le stesse tecnologie sviluppate nell’ambito del progetto Plantoid offrono numerose applicazioni, dal campo biomedico, realizzando ad esempio nuovi endoscopi, all’esplorazione spaziale e alla ricerca sotterranea di minerali e petrolio con nuove sonde e nuovi sensori sviluppati ad hoc.

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