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Rigopiano: “Je ne suis pas Charlie”, la sottile linea fra satira e vilipendio

Ha quasi sempre sostenuto una campagna satirica contro l’Islam e Maometto, salvo poi, negli ultimi periodi, prendere di mira anche il nostro paese con i terremoti che hanno colpito il Centro Italia. Stiamo parlando di Charlie Hebdo, il settimanale satirico francese, che nelle ultime ore ha avuto un’uscita poco felice con il terremoto che ha messo in ginocchio la nostra nazione.

Charlie Hebdo ha attirato su di se molte antipatie. Il 7 gennaio del 2015 un attentato di matrice terroristica ha colpito la sede centrale del giornale, situato all’epoca nel XI arrondissement di Parigi, provocando la morte di venti persone persone (12 appartenevano alla rivista). Da allora la sede del giornale è stata spostata e le misure di sicurezza sono divenute ingenti, ma il giornale non ha perso la sua vena satirica e, spesso, cattiva ed inopportuna.

LA SATIRA SUL TERREMOTO – Lo scorso 2 settembre, qualche giorno dopo il terremoto che ha colpito le regioni centrali del nostro paese, il periodico diretto da Laurent Sourisseau si è scagliato contro i morti di Amatrice e dei paesini limitrofi, dove le vittime del terremoto furono rappresentati come piatti di lasagne, suscitando le ire della nostra politica con l’ambasciata francese di sede a Roma e qualcosa di simile è accaduto la scorsa settimana . I fatti dell’hotel di Rigopiano, dove i soccorritori stanno ancora scavando fra le macerei per recuperare altre persone, la morte è stata rappresentato su degli sci, incappucciata, con due falci e colorata di nero, immagine che ha scatenato l’ira su tutti i social network.

Nel corso della sua rassegna stampa quotidiana, pubblicata su Facebook, anche Fiorello si sofferma sulla vignetta di Charlie Hebdo sulla tragedia dell’hotel Rigopiano di Farindola, investito da una valanga lo scorso 18 gennaio. “Je ne suis pas Charlie” dice Fiorello che si lascia sfuggire un “pezzi di m…”

La linea fra satira e vilipendio, quando c’è Charlie Hebdo di mezzo, sembra essere molto, forse troppo sottile. Il giornale francese non ha decenza e rappresentare il dolore centinaia di persone in queste vesti dev’essere una cosa da censurare.

 

RIPAGATO CON LA STESSA MONETA – Nel frattempo sul web, Charlie Hebdo viene ripagato con la stessa moneta, e spuntano 20 vignette che umiliano il settimanale francese:

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