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Rugby, Italia-Georgia e il “Let them hear the anthem”

Per la Georgia, il match con l’Italia ha un valore epocale: da alcuni anni i Lelos precedono gli azzurri nel ranking mondiale (sono attualmente al 13° posto, giusto davanti a Parisse e compagni) e reclamano un posto nel Sei Nazioni. 

In Georgia la partita è quasi un affare di Stato. Tutti i tifosi  sono chiamati ad affollare piazza della Repubblica nel centro della capitale Tblisi ed a cantare l’inno per «trasformare il 10 novembre in un giorno vittorioso» .

L’originale idea, nata sui social media della Georgia, pare abbia riscosso un successo straordinario: la federazione ovale, il Comune di Tbilisi, molte celebrità e la televisione nazionale hanno subito aderito all’iniziativa – ribattezzata “Let them hear the anthem”, lasciategli ascoltare l’inno nazionale – , ottenendo il via libera dalla Fir. Prima del calcio d’inizio (ore 15, diretta DMax): i giocatori georgiani ascolteranno le note di “Tavisupleba”  – “Libertà”, composto dopo la Rivoluzione delle Rose del 2004 da Zakaria Paliashvili, direttamente dal loro Paese.

 Il test match Italia-Georgia di domani anche per gli azzurri è molto più di una partita, serve a dimostrare che gli ex sovietici non sono così forti da sostituirci nel Sei nazioni, e lo sanno anche gli appassionati che saranno in 20mila allo stadio, record in Italia per una partita contro una nazionale di seconda fascia.

L’Italia è reduce dalla pesante sconfitta di Chicago con l’Irlanda (7-54), ha perso 9 degli ultimi 10 incontri giocati, deve fare i conti con numerosi assenti per infortunio (Minozzi, Violi, Mbandà, Sarto, Padovani, Gega, Licata, Zani) e rischia di ritrovarsi senza un estremo di ruolo.

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