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Scuola, chi ha promosso la dad l’ha poi bocciata: ma riaprire è uno sbaglio

La scuola è fondamentale, ma chi l’ha promossa non si è preoccupato di difenderla anzi l’ha demolita. Riaprire adesso è uno sbaglio che potrebbe portare ad una catastrofe.

Scuola: promuovere e poi bocciare la dad. Ministri ed ex vicini all’autolesionismo

E’ uno dei momenti più delicati della storia del mondo, ed è uno dei momenti più difficili anche per la scuola. Come al solito il consenso gioca brutti scherzi ai politici. Durante la Seconda Guerra mondiale ve le ricordate le scuole aperte? No, perché non c’erano e molti dei nostri nonni si ritrovarono già grandi a dover affrontare nel post bellico la seconda o la terza elementare. Allora questa è una guerra, ma salvo poi dire che non lo è, e grazie a segnali tanto contrastanti la gente alla fine se ne frega addirittura della zona rossa.

Ministri ed ex ministri scivolano continuamente su bucce di banana. La ex ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, non è stata affatto un pessimo ministro ma è spesso scivolata. E’ stata, inizialmente, la promotrice della didattica a distanza salvo poi ricredersi e combattere una misura che lei stessa, anche ottimamente, aveva messo in piedi. E’ chiaro a tutti che la scuola sia fondamentale in presenza, ma in un momento del genere (e riferiamoci pure all’ultimo anno) è possibile che la dad non possa essere la misura standard senza polemiche?

Il ministro Patrizio Bianchi, per voce del Presidente del Consiglio Mario Draghi, ha disposto il rientro obbligatorio anche in zona rossa. In quali modalità? Fino alla prima media in presenza piena. Peccato che molti insegnanti non si siano vaccinati, per scelta, e che quelli che hanno scelto di farlo siano appena alla prima dose (quindi non completamente immunizzati, o com’è stato osservato almeno salvi dalle forme gravi).

Riaprire è uno sbaglio: perché il virus circola

Il virus circola e non è vero che i ragazzi ed i bambini ne sono immuni. Ormai questa fase è superata: i ragazzi sono portatori ed i genitori non hanno per forza tutti 30 anni o meno. Il rischio di un innalzamento della circolazione del virus è ben presente e gli insegnanti, soprattutto quelli di elementari ed asilo, sono gravemente esposti al rischio. E’ chiaro che lasciare le palestre chiuse (che invece potevano stare benissimo aperte con tutte le norme necessarie) ma tenere aperti i centri commerciali, riaprire le scuole (luoghi chiusi) ma tenere chiusi i ristoranti sono cose non capite.

Una cosa sola si evince: la scuola deve fare la guerra, ma solo la scuola. Perché non si sia pensato, per esempio, ad un potenziamento della scuola per settembre, a norme che coprano la dad, questo resta un mistero. La verità è che si vuole scimmiottare gli altri senza mai lanciare un modello proprio. Se si fosse approfittato, per esempio, di organizzare meglio la didattica in presenza per settembre, se si fossero adattate le strutture, se si fosse risolto il problema annoso delle classi pollaio, se si fosse pensato al futuro delle strutture non sarebbe stato male. Invece si pensa sempre al presente, alla polemica, il futuro è una cosa che può essere rimandata.

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Daniele Naddei

Giornalista iscritto all'ordine dei Giornalisti Pubblicisti della Campania da maggio 2014. Caporedattore.

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