Cronaca

Scuole di Formazione situazione di stallo: il blocco ha paralizzato l’attività

Completamente paralizzato il mondo della formazione regionale. Il mese che doveva segnare il ritorno alla normalità si è invece tramutato in un vero e proprio incubo per tutti gli Enti di formazione che si sono trovati nell’impossibilità di procedere con gli esami calendarizzati ed anche con l’impossibilità di indirne di nuovi. 
Tutto questo a causa del blocco intimato alla piattaforma Silf Monitoraggio. “Questa è la goccia che fa traboccare il vaso. Non possiamo più lavorare – racconta Luca Lanzetta, presidente del Movimento Libero e Autonomo delle Scuole di Formazione Autofinanziate- con questo stop dalla giornata di oggi non è più possibile creare nuovi corsi e rilasciare da parte della Regione Campania nulla osta per gli esami stessi. Una situazione che paralizza definitivamente l’attività ed il lavoro di un intero comparto”.

Una decisione presa in maniera unilaterale da chi gestisce la piattaforma, si poteva calendarizzare il blocco tecnico nel mese di agosto, anziché programmarlo quando tutte le attività didattiche sono pronte a ripartire. “La cosa gravissima –spiega Lanzetta- che nella comunicazione che abbiamo ricevuto si sottolinea che il tutto sarà bloccato fino al 1 ottobre. Senza tenere in alcuna considerazione l’utenza che attende di poter fare l’esame per potersi inserire nel mondo del lavoro”.

Sono circa 700 in Campania gli Enti interessati da questo blocco facile prevedere una vera e propria mobilitazione. Non occorre trascurare il fatto che sono mesi che il Movimento Libero e Autonomo delle Scuole di Formazione Autofinanziate chiede un incontro con l’assessore Armida Filippelli senza ottenere risposta. “E’ arrivato il momento di fare sentire la nostra voce –conclude Lanzetta- non possiamo essere trattati in questo modo. Oltre ad accomunare Enti trasparenti con chi invece non osserva le regole, adesso arriva questa nuova tegola che di fatto ci impedisce di lavorare. La Regione Campania non può continuare a fare orecchie da mercante costringendoci a scendere in piazza per far valere il nostro diritto al lavoro”. 

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