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Siria, Usa: “iniziato il ritiro delle truppe”

Trump: «Sconfiggere l’Isis era unico motivo per restare lì».

«Abbiamo sconfitto l’Isis in Siria, l’unica ragione di essere lì», pochi caratteri con cui Donald Trump lascia intendere che gli Stati Uniti vogliono ritirarsi dallo scenario siriano.

 “Abbiamo iniziato a riportare a casa i soldati degli Stati Uniti mentre passiamo alla fase successiva di questa campagna”, afferma la Casa Bianca in una nota. “Cinque anni fa, l’Is (lo Stato islamico) era una forza estremamente potente e pericolosa in Medio Oriente. Ora gli Stati Uniti hanno sconfitto il califfato” nella regione.

“La lotta all’Isis non è finita, anche se la coalizione ha liberato alcuni territori che erano in mano all’organizzazione”, afferma Diana White, portavoce del Dipartimento della Difesa, confermando come gli Usa “hanno iniziato il processo di rientro delle truppe e si avviano alla prossima fase della campagna”.

I vertici della Difesa ritengono che abbandonare gli alleati curdi, che da anni operano a fianco delle truppe Usa in Siria, minerebbe gli sforzi futuri degli Stati Uniti di conquistare la fiducia dei combattenti locali. Secondo il Pentagono sarebbe preferibile raggiungere un accordo di pace, prima di lasciare la Siria, per porre fine alla guerra civile che nel Paese ha ucciso centinaia di migliaia di persone e sfollato circa la metà della popolazione.

Negli ultimi due mesi l’Isis in Siria ha ucciso circa 700 prigionieri nella zona tra l’Eufrate e il confine con l’Iraq, nel distretto di Hajin: lo ha riferito oggi l’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus).

Questa zona infatti è da settimane investita da un’offensiva delle forze curdo-siriane, nell’area sostenute da miliziani arabi cooptati dalla Coalizione anti-Isis a guida Usa.

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