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Soffio di parole: quando la speranza è un tocco lieve che dona un sorriso

Oggi ci affidiamo al Soffio di parole di Giuseppe Greco, che ha una missione: distribuire sorrisi e coltivare l’arte tenace e paziente della gentilezzaCi sono vari tipi di soffio nella vita. Un soffio su una candelina per festeggiare un lieto evento e condividerne le emozioni. Un soffio sulle braci, per ravvivarle quando sono sopite. Un soffio su un ricordo, per togliere una patina che lo offusca, per non permettere che sbiadisca. Un soffio che porta via la polvere da un vecchio libro o da un mobile, per darci modo di osservare il brillio del pulviscolo che danza in una lama di sole.

E poi c’è il soffio lieve delle parole. Quello del vento che canta una ninna nanna e porta l’eco di fiabe antiche. Quello che sa colmare le distanze, facendo sentire vicini, attraverso un dialogo mentale ed emotivo. Quello che ha il respiro dolce della timida speranza. Quello che arriva sugli occhi e li fa chiudere, mentre il nasino si arriccia e le guance si arrossano, provocando la magica accensione di scoppi di risa.

Ora lasciamo la parola a Giuseppe Greco affinchè ci racconti del suo Soffio di parole (Palumbi), una piccola giostra di poesie, dove ad ogni scritto corrisponde un palpito, un sussulto dell’anima.

Dove ogni fine non è sentenza senza possibilità di appello, condanna irrevocabile, bensì possibilità di un nuovo inizio…

D. Ci racconti come nasce il titolo della tua raccolta?

R. Tutto accadde quando due mie amiche mi dissero:”Scrivi bene perché non pubblichi”, è nato, non proprio per mia iniziativa poi facendo le presentazioni mi sono accorto che parlare con i presenti mi
piaceva, dovevo fare un po’ di incontri letterari ma il COVID me lo ha impedito. Ma non mi abbatto.

D. Le tue poesie rappresentano una tavolozza di emozioni. Quando raccontano di te?

R. In ogni cosa che scrivo c’è un po’ di me. Scrivere è il miglior modo, per non sentire i problemi che ho e poi è bello saper descrivere le cose con i propri occhi.

D. Che messaggio vuoi lasciare al lettore attraverso le tue parole?

R. Che bisogna imparare a vedere bene, ogni cosa con il cuore.

D. Quali sono le emozioni e le riflessioni mietute come grano maturo durante le presentazioni pre-lockdown?

C’è del bello dentro ogni persona, ed è stato bello conoscerlo.
Però mi fermerei a pensare a cosa stiamo vivendo. Gli occhi non hanno mai parlato tanto, la mascherina è una palla ma il mondo è bellissimo perché dietro ogni cosa brutta c’è una cosa bella, ricordate che si è sempre detto gli occhi sono lo specchio dell’anima… bè adesso viviamo tra anime e non ci sono più scappatoie. Le persone ora sono più belle e a me piace molto guardarle.

D. E Peppe invece chi è? Qual è il suo percorso tra passato, presente e futuro?

R. Che domandone, Peppe vive alla giornata e per quanto mi riguarda il passato è passato e oggi è il futuro di domani, vivo senza pormi troppe domande. Mi reputo in crescita: la mia “pecca” e preoccuparmi dei contenuti e poco della forma anche se il miglioramento c’è stato anche lì sto studiando Lettere e qualcosa mi sta dando.

D. Non solo poesie, ma anche romanzi nel cassetto. Il fil rouge?

R. Il romanzo è ciò che spero di pubblicare, la poesia è una cosa che scriverò sempre ma è un passatempo che amo. Di romanzi ne ho già scritti, ma devo migliorarmi ancora; spero al più presto di trovare la
strada giusta, e una casa editrice che scommetta su di me. Ho cambiato molte volte modo di scrivere negli anni e chissà quando smetterò.

D. Ogni mattina dai il tuo buongiorno in un modo molto peculiare. Ce lo racconti?

R. Mi è capitato di darlo in giro e vedevo i volti che si illuminavano: allora ho pensato di salutare ogni giorno delle persone e a qualcuno piace tanto. Mando il mio buongiorno, sotto forma di una massima inviata via e-mail, a circa 240 persone; mi rispondono in meno di
venti, ma sapere che piace quello che fai è una soddisfazione.

D. Come vorresti far evolvere questo progetto?

R. Scriverli ogni giorno per il resto delle mia vita, sperando, anche di aiutare qualcuno. Magari, mi piacerebbe che ognuna di quelle persone rimandasse il messaggio a qualche amico e così via: in fondo non costa
nulla.

D. Quale tua massima dedicheresti ai nostri lettori?

R. Nessuno è meglio di nessuno.

D. Quali frammenti di bellezza si possono trovare in questo momento di pandemia?

R. La prima cosa che vidi fu la bellezza del silenzio, mi riferisco al traffico, poi la bellezza della rinascita: più aria pulita, molte specie di animali si sono ripopolate, alcune persone hanno capito le difficoltà di altri.

D. Cos’ è la pandemia per te?

R. La pandemia è capire che c’è da capire.

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