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#TruthNeverDies, più di mille giornalisti morti in 10 anni

«Un giornalista vince il Pulitzer, cento vengono colpiti». #TruthNeverDies, è lo slogan adottato dall’Unesco in occasione della “Giornata internazionale per porre fine ai crimini contro i giornalisti”, mirata al riconoscimento dei rischi del giornalismo politico.

Oggi è la Giornata mondiale per mettere fine all’impunità per i crimini contro i giornalisti, lanciata dall’Onu nel 2013, anno in cui vennero uccisi due giornalisti francesi nel Mali.

“Ogni anno, un giornalista riceve un Pulitzer, ma altri cento vengono sparati”, twitta la campagna social di #TruthNeverDies. Ogni giorno, giornalisti in tutto il mondo rischiano la vita per poter raccontare le loro storie.

“In poco più di un decennio, oltre mille giornalisti sono stati uccisi mentre svolgevano il loro indispensabile lavoro. Nove casi su dieci non sono stati risolti e nessuno è stato ritenuto responsabile”: è l’allarme lanciato dal segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, in occasione della ‘Giornata internazionale contro l’impunità per i crimini contro i giornalisti’.

Guterres si è detto ‘profondamente turbato’, ricordando che ‘solo quest’anno almeno 88 giornalisti sono stati uccisi’.  Il segretario generale dell’Onu ha ricordato che “le giornaliste donne corrono spesso i rischi maggiori non solo per il loro lavoro, ma anche per il loro genere. Quindi ha “invitato i governi e la comunità internazionale a proteggere i giornalisti e a creare le condizioni di cui hanno bisogno per svolgere il proprio lavoro”.

 Proviene proprio da qui l’idea che promossa dalla campagna che l’UNESCO accosta a questa giornata, intitolata #TruthNeverDies, mirata al riconoscere i rischi del giornalismo politico, ed a spingere varie associazioni mediatiche ad una tutela più completa del proprio capitale intellettuale ed investigativo.

Quest’anno si ricorda l’uccisione,il 16 ottobre con una bomba, di Daphne Galizia, reporter maltese Premio Pulitzer 2017 per “Panama Papers”.

In Italia, le associazioni di Stampa dedicano la Giornata ai cronisti scomparsi o uccisi in Messico: 200 dal 2000, caduti nel “più grave attacco alla libertà d’informazione in un Paese democratico”.

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