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Usa, Trump bombardato: dietro le parole di Romney il pensiero di sostituirlo

Quando un’opinione così pesante arriva, in un momento così delicato, ecco che cala come un pesante martello. Dietro le parole del neo Senatore ci sarebbe un malcontento generalizzato da parte del partito dello stesso Trump.

“Negli ultimi due anni, in particolare le sue azioni in questo mese, sono la prova che il presidente non è stato all’altezza dell’incarico”.

La bordata arriva da Mitt Romney, che oggi giurerà come Senatore. Una notizia che non è più tale visto, ma che riflette un malessere anche tra le fila dei Repubblicani. Dopo l’uscita di scena di alcuni Senatori dissidenti del partito e la morte di McCain il partito ha deciso che l’ex candidato alla presidenza repubblicana. Già, proprio Romney fu avversario di Trump intento al partito ed era rimasto fuori dalla prima nomina con l’elezione del Presidente dell'”America First”.

La scelta di Romney come Senatore? Il partito non è contento di Trump

Negli Usa sono ancora democratici, e non perdono mai occasione per dimostrarlo. Quando i dissidenti vengono cacciati fa clamore, non come in Italia. Il caso De Falco, ad esempio, è uno di questi. In America, addirittura, fatto fuori un dissidente se ne trova subito un altro.

La bordata scagliata dal neo Senatore è imponente e decisiva? Certo che si, perché dimostra come il partito dei Repubblicani non stia appoggiando più Donald Trump.

“Pensi a lavorare – ha detto il Presidente degli States – alla Sicurezza, dove può essere davvero utile”. Proprio questa tematica sembra aver fatto fare marcia indietro a molti, che avevano votato Trump e che ora sono contrari. Il continuo malcontento non porterà ad una “sostituzione” nell’immediato ma difficilmente Trump potrà ricandidarsi con i Repubblicani. In sostanza il Populismo americano è nato e morto nel giro di pochissimo tempo.

Romney prossimo candidato Repubblicano, una scelta prematura

Non si sa ancora che cosa potrà succedere tra 3 anni. Certamente i Repubblicani staranno pesando i pro, ed i contro. L’annuncio di Trump del ritiro dei soldati dalla Siria in 4 mesi (che inizialmente dovevano essere 30 giorni e che, come sappiamo, alla fine potranno essere anche due anni, nda) ha messo il Presidente miliardario al centro del dibattito.

E’ prematuro pensare che Romney possa presentarsi al cospetto degli elettori come candidato alla Presidenza tra 3 anni, ma d’altronde le voci di partito iniziano di divenire uniformi. Già Trump con la gestione di Rex Tillerson ed i contrasti aperti con l’ormai ex Segretario di Stato aveva dimostrato che qualcosa tra lui ed il partito non stava funzionando. A questo punto gli scenari potrebbero essere diversi, ma nessuno esattamente promette gloria a Trump.

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Daniele Naddei

Giornalista iscritto all'ordine dei Giornalisti Pubblicisti della Campania da maggio 2014. Caporedattore.

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