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Venezia 76: ad Almodóvar il Leone d’Oro alla carriera

Dopo il grande successo di pubblico e critica per “Dolor y gloria”, il cineasta spagnolo già premio Oscar sarà onorato del Leone alla carriera alla Mostra d’arte cinematografica, a Venezia dal 28 agosto al 7 settembre 2019.

Il regista iberico, dato per favorito a Cannes 2019, ma che si è visto scippare la Palma dall’acclamato Parasite di Bong Joon-ho (sebbene il suo film abbia comunque fruttato il Prix d’interprétation masculine ad Antonio Banderas). non rimarrà a mani vuote ancora per molto. Infatti gli verrà consegnato il Leone d’Oro alla carriera durante la 76esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Un grande riconoscimento, alla vigilia dei 70 anni (che festeggerà il 25 settembre), al cineasta verrà attribuito il giusto premio a coronamento della sua lunga filmografia, poco dopo l’uscita di quello che per molti è il suo capolavoro, “Dolor y gloria” con un Antonio Banderas già premiato a Cannes.

Così dopo essere stato a lungo snobbato dal palmares di Cannes, dove è stato più volte in concorso (con la sola eccezione di Tutto su mia madre e Volver – Tornare), Almodóvar riceverà il tributo che gli spetta.

La decisione è stata presa dal Cda della Biennale di Venezia presieduto da Paolo Baratta, che ha fatto propria la proposta del Direttore della Mostra Alberto Barbera.

Pedro Almodóvar nell’accettare la proposta ha dichiarato: “Sono molto emozionato e onorato per il regalo di questo Leone d’oro. Ho bellissimi ricordi della Mostra di Venezia. Il mio debutto internazionale ha avuto luogo lì nel 1983 con L’indiscreto fascino del peccato. Era la prima volta che uno dei miei film viaggiava fuori dalla Spagna. E’ stato il mio battesimo internazionale ed è stata una meravigliosa esperienza, come lo è stata il mio ritorno con Donne sull’orlo di una crisi di nervi nel 1988. Questo Leone diventerà la mia mascotte, insieme ai due gatti con cui vivo. Grazie dal profondo del cuore per questo premio”.

A proposito di questo riconoscimento, Alberto Barbera ha dichiarato: “Almodóvar non è solo il più grande e influente regista spagnolo dopo Buñuel, ma l’autore che è stato capace di offrire della Spagna post-franchista il ritratto più articolato, controverso e provocatorio. I temi della trasgressione, del desiderio e dell’identità sono il terreno d’elezione dei suoi lavori, intrisi di corrosivo umorismo e ammantati di uno splendore visivo che conferisce inediti bagliori all’estetica camp e della pop-art a cui si rifà esplicitamente. Il mal d’amore, lo struggimento dell’abbandono, l’incoerenza del desiderio e le lacerazioni della depressione, confluiscono in film a cavallo fra il melodramma e la sua parodia, attingendo a vertici di autenticità emotiva che ne riscattano gli eventuali eccessi formali. Senza dimenticare che Almodóvar eccelle soprattutto nel dipingere ritratti femminili incredibilmente originali, in virtù della rara empatia che gli consente di rappresentarne la forza, la ricchezza emotiva e le inevitabili debolezze con un’autenticità rara e toccante”.

Il regista spagnolo non sarà l’unico a ricevere il Leone alla carriera: lo stesso titolo sarà attribuito a Venezia 2019 anche a Julie Andrews, intramontabile interprete di “Mary Poppins” e “Tutti insieme appassionatamente”. Ad agosto sarà reso noto il programma della manifestazione. La madrina del Festival sarà l’attrice italiana, Alessandra Mastronardi.

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