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Venezuela, 70 morti. Guaidò: “Invitiamo l’Italia a fare la cosa giusta”. Di Maio esorta a nuove elezioni

Juan Guaidò, dopo essersi autoproclamato in Venezuela capo dell’esecutivo ed aver avuto il via libera dell’UE, esorta l’Italia a riconoscere la sua carica.

“Maduro ha perso il controllo del paese e la popolazione sta soffrendo. Ci sono 70 giovani assassinati in una settimana dal faes, le forze speciali di polizia, e 700 persone in carcere, 80 minorenni addirittura bambini. Evidentemente c’è una scarsa conoscenza di ciò che sta accadendo. Invito il sottosegretario agli esteri a informarsi, un’altra Libia qui non è possibile”, spiega in un’intervista al Tg2.

Guaidò invita l’Italia a cambiare la sua posizione presto, dato che aumenta di giorno in giorno il numero delle vittime nel Paese. Ma arriva pronta la risposta dal vicepremier Luigi Di Mario, ferma nella posizione di non riconoscere nemmeno Maduro:

“Visto che siamo già stati scottati dalle ingerenze in altri Stati non vogliamo arrivare al punto di riconoscere soggetti che non sono stati votati. Per questo non riconosciamo neppure Maduro e per questo l’Italia continua a perseguire la via diplomatica e di mediazione con tutti gli Stati per arrivare ad un processo che porti a nuove elezioni ma senza ultimatum e senza riconoscere soggetti che non sono stati eletti. Il cambiamento lo decidono i venezuelani: dobbiamo creare i presupposti per favorire nuove elezioni”, ha aggiunto il vicepremier.

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