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Via alla partita sulle nomine, strada in salita per l’Italia

Torna ad impazzare il toto-nomine per i posti chiave dell’Unione.Già oggi, con la conferenza dei presidenti dell’Eurocamera ed il vertice straordinario dei 28 leader si potrà capire se il prossimo presidente dell’Esecutivo comunitario sarà uno dei candidati di punta indicato dalle grandi famiglie politiche europee – da Manfred Weber (Ppe) alla liberale dell’Alde Margrethe Vestager, al socialdemocratico Frans Timmermans – o se invece si punterà su una figura outsider, come la presidente della Banca mondiale Kirstalina Georgieva, il capo negoziatore dell’Ue per la Brexit Michel Barnier o il premier croato Andrej Plenkovic. Quello che però appare già abbastanza chiaro è che l’Italia – che attualmente occupa tre delle caselle dei top job, con Antonio Tajani alla presidenza del Parlamento europeo, Mario Draghi a capo della Bce e Federica Mogherini in qualità di Alto rappresentante – molto difficilmente potrà fare il bis. Anche se la Lega è volata oltre il 34%, affermandosi come il secondo partito più forte d’Europa dietro la tedesca Cdu-Csu e prima forza politica del futuro gruppo Alleanza europea dei popoli e delle nazioni con 24 seggi, non sembra infatti rientrare nel gioco della grande coalizione arcobaleno, il vicepremier Matteo Salvini però insiste: “Sono convinto che il nuovo Parlamento e la nuova Commissione Ue saranno amici dell’Italia. E’ cambiata la geografia in Europa”. E si dice convinto di poter ottenere per il Paese un portafoglio economico pesante.

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