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VIDEO – 3 anni di Unioni civili. La legge che portò l’Italia “fuori dalla preistoria”

Il 5 giugno di tre anni entrava in vigore la legge Cirinnà. Dopo anni di battaglie della comunità LGBTQ, il governo Renzi ebbe il coraggio di dare fiducia alla legge, facendo diventare realtà quello che sembrava un sogno irrealizzabile. Da allora almeno 18.000 unioni civili.

 Il Pd di Matteo Renzi venne attaccato da molti, rischiando di far cadere il Governo, perché costretto a cedere spazio agli alleati Alfano e Verdini, che depotenziarono la Cirinnà dopo il voltafaccia del Movimento 5 Stelle.

Tre anni dopo ci ritroviamo con gli estremisti sovranisti a Montecitorio, con due vicepremier, uno leghista e l’altro grillino, che parlano di famiglie unicamente composte da ‘uomo e donna’, con ministri della Repubblica che reputano ‘inesistenti’ le famiglie arcobaleno, con deputati e senatori quasi orgogliosamente omofobi, con un contratto di Governo e due programmi in cui i diritti LGBT non sono mai stati neanche menzionati. Nemmeno per sbaglio.

In occasione del terzo anniversario, la prima firmataria e senatrice Pd Monica Cirinnà si è detta preoccupata: “Dall’approvazione della legge il clima per la Comunità Lgbti è completamente cambiato. Con questo Governo è aumentata l’omofobia e in un anno neanche i 5S hanno aperto bocca sui diritti Lgbti“. Per la Cirinnà di questi tempi “il motto deve essere ‘resistere per esistere’. Per questo lancia “un appello a tutti, compresi agli eterosessuali, di combattere per i diritti di tutti, di esserci, di combattere e resistere. Un modo per farlo sono i Pride: sabato prossimo parteciperò a quello di Roma, poi andrò a quello di Milano ed infine a Pisa“.

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