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“La luce segreta del tempo” di Jean-Luc Servino il commento di Sonia Sodano

Si è tenuta a fine aprile nella sala parrocchiale del Santuario di piazza Risorgimento a San Giuseppe Vesuviano (NA), la presentazione del libro “La luce segreta del tempo” di Jean Luc Servino (ed. Bimed), con la moderazione del Dottor Antonio Agostino Ambrosio, Presidente della Pro Loco di San Giuseppe Vesuviano APS, realtà del territorio che ha avuto cura di organizzare tale kermesse che ha riscosso un fortissimo favore di pubblico. All’evento hanno preso parte come relatori, oltre all’autore del racconto, il direttore generale di Bimed Andrea Iovino, la giovane attrice Anna Salvati e la giornalista Sonia Sodano, direttrice del nostro giornale.

RIPORTIAMO DI SEGUITO L’INTERVENTO DELLA NOSTRA DIRETTRICE, LA GIORNALISTA SONIA SODANO, SCRITTRICE E CRITICA LETTERARIA DURANTE LA PRESENTAZIONE DEL LIBRO.  

“La luce segreta del tempo” di Jean Luc Servino è una storia di formazione, ambientata in un paesino di montagna dell’Abruzzo nel futuro del novembre 2037, un luogo ancora immune all’invasione soffocante della tecnologia moderna che domina, invece, il resto del mondo (p. 15 cap 4). In questo scenario, sospeso tra passato e futuro, si muovono i protagonisti, un gruppo di ragazzi capitanati da Zelda, che vivono un’avventura che pone al centro temi come l’amicizia, la condivisione, la riscoperta delle radici – attraverso la fotografia, elemento chiave della narrazione – , ma anche il dilagare del bullismo, come fenomeno sociale caratterizzato da uno squilibrio di potere tra un individuo (il bullo) e un altro (la vittima), allo scopo di danneggiare psicologicamente o fisicamente quest’ultima.

LA TRAMA
Nel piccolo paese, Zelda trova per strada dei rullini fotografici abbandonati. È l’inizio di un percorso che la porterà, insieme ai suoi amici, a scoprire un pezzo di storia che sembrava ormai dimenticato. Poiché non esistono più laboratori di sviluppo fotografico, i ragazzi chiedono aiuto allo zio Ben, che li indirizza verso Arcibaldo, una figura enigmatica e affascinante, custode della memoria e delle tecniche analogiche di un tempo. Arcibaldo, che vive in una casa che sa di antico e misterioso, diventa il simbolo della bellezza della lentezza e della manualità. La sua figura ricorda molto l’atmosfera sospesa e carica di rispetto e timore che Harper Lee (scrittrice Premio Pulitzer per la narrativa nel 1961), ha scritto in Il buio oltre la siepe, (cap 4, a p.12).

IL MESSAGGIO
Nel libro di Jean-Luc la fotografia non è solo un’arte, ma un modo per fermare il tempo, per conservare la memoria, come ricorda la professoressa di scienze Gaia, una delle figure educative più importanti del racconto. La frase “la fotografia non è solo scienza ma una forma di memoria” (pag. 17), racchiude il senso profondo della storia: ricordare è un atto di cura, di attenzione verso ciò che siamo stati e che rischiamo di perdere nell’era della tecnologia veloce e superficiale.
Quello della iperconnessione è un argomento di grande attualità e lo dimostra ciò che sta accadendo nel nostro presente, nel 2025, dove la tecnologia ha preso possesso delle nostre vite, attraverso anche l’intelligenza artificiale. Un discorso che meriterebbe più attenzione in considerazione dei dati. Studi recenti mostrano un aumento dell’uso di internet e smartphone tra i bambini e adolescenti, con conseguenze che vanno dall’isolamento sociale alla dipendenza da tecnologia, strettamente legata ai disturbi del comportamento nei giovani. Circa 300.000 giovani tra i 12 e i 25 anni soffrono di dipendenza da internet. L’uso eccessivo della tecnologia può portare a sentimenti di solitudine e disconnessione. Un utilizzo spropositato della tecnologia può contribuire alla diffusione di malessere psicologico.

Tra i temi principali del romanzo troviamo anche quello del bullismo. I protagonisti sono infatti costantemente presi di mira da un gruppo di coetanei che li escludono, li scherniscono e li isolano. Questo fenomeno viene rappresentato con grande realismo e sensibilità, nell’ambito della fiction che però ritrae quello che purtroppo si trovano a vivere molti ragazzi di oggi nella realtà. Alcune statistiche recenti, infatti, hanno messo in luce come il bullismo sia una piaga sia a livello psicologico (colpisce il 25,7% dei ragazzi), con l’esclusione sociale che ne deriva e riguarda il 15,3%, Ulteriori dati emergono da un’indagine che ha coinvolto oltre 1700 giovani tra i 14 e i 26 anni, constatando che questi giovani hanno dichiarato di essere stati vittima di violenza, di cui il 63% di bullismo e il 19% di cyberbullismo. Gli effetti sul benessere psicologico sono drammatici: il 75% dei giovani ha riportato perdita di autostima e fiducia negli altri, il 47% ha sviluppato ansia sociale o attacchi di panico, mentre il 28% soffre di depressione. Gli attacchi colpiscono soprattutto l’aspetto fisico (79%), ma anche l’orientamento sessuale (15%), la condizione economica (11%), e l’origine geografica (10,5%).
Ne “La luce segreta del tempo”, Jean-Luc sottolinea come il bullismo non sia un fenomeno esclusivamente maschile: anche ragazze possono essere bulle, smontando uno stereotipo molto diffuso. Nonostante le difficoltà, Zelda, insieme ai suoi amici, riesce a trovare nella solidarietà e nell’affetto reciproco la forza per affrontare sia i bulli sia il difficile compito di restituire nuova vita ai ricordi custoditi nelle vecchie pellicole.
Accanto a loro, figure adulte positive diventano punti di riferimento fondamentali in un mondo che sembra voler dimenticare le proprie radici, come la già citata professoressa Gaia, Arcibaldo, lo zio Ben, i genitori di Zelda, Ferdinando e Laura e, infine, la signora Clotilde, la custode silenziosa dei ricordi

 

LO STILE
Un elemento particolarmente affascinante del libro è il modo in cui riesce a intrecciare riferimenti cinematografici e culturali. L’immagine dei ragazzi che si muovono in bicicletta richiama fortemente pellicole come I Goonies (film d’avventura del 1985 di Richard Donner, con la sceneggiatura di Chris Columbus, che fu ricavata dal soggetto di Steven Spielberg, che fu il produttore), o serie moderne come Stranger Things (serie televisiva statunitense ideata dai Duffer Brothers e distribuita da Netflix ), sottolineando la spontaneità, l’avventura e il legame autentico tra amici, un tipo di rapporto che rischia di scomparire in un futuro dominato dai dispositivi tecnologici.
Il contrasto tra la tecnologia e il passato emerge continuamente: se da un lato i ragazzi sono tentati di ricorrere ai comodi strumenti digitali per sviluppare le foto (“ordiniamo tutto su internet!”), dall’altro il romanzo sottolinea la bellezza del conquistarsi i risultati con fatica. Questo è riassunto nella frase “non c’è successo senza sudore”, che è il filo conduttore dell’intera vicenda. Zelda e i suoi amici devono imparare ad attendere, a impegnarsi, a non dare tutto per scontato come invece spesso accade nella loro epoca.

Tra i personaggi più affascinanti de “La luce segreta del tempo”, spicca la figura di Clotilde, un’anziana signora dal portamento discreto ma dallo sguardo vivo, quasi a custodire dentro sé una memoria che va oltre le parole. È lei a indicare a Zelda e ai suoi amici la via giusta, suggerendo la presenza di una casa particolare, un luogo che si rivelerà essenziale per raggiungere un obiettivo importantissimo. Clotilde non è soltanto una guida pratica, ma una sorta di ponte tra passato e presente, una voce saggia che conosce il valore delle cose semplici, del tempo lento e dell’ascolto. Con la sua presenza gentile, ricorda ai ragazzi — e a chi legge — quanto spesso le chiavi per il futuro siano custodite da chi ha saputo vivere pienamente il passato.

CONCLUSIONI
La luce segreta del tempo è una storia capace di far riflettere sull’importanza della memoria, del lavoro manuale e dei rapporti umani autentici, mettendo in luce i rischi di una tecnologia che, se mal gestita, rischia di farci perdere il senso stesso delle cose. Attraverso un racconto avvincente e profondo, Jean-Luc Serino ci invita a rallentare, ad ascoltare, a guardare e soprattutto a ricordare, a mantenere la memoria di ciò che è davvero importante e umano.

commento Sonia Sodano, giornalista professionista

Direttore “Cultura A Colori”

 

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