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Accadde oggi, pubblicato “La capanna dello zio Tom” nel 1852

il 20 marzo del 1952 viene pubblicato “La Capanna dello zio Tom”, quello che può considerarsi, senza alcun ombra di dubbio, il romanzo best seller del XIX secolo.
Solo negli Stati Uniti, nell’anno successivo alla sua pubblicazione ne furono vendute 300.000 copie, ed ha contribuito a creare una serie di stereotipi sulle persone di colore, molti dei quali durano ancora.

La vicenda si svolge dapprima nel Kentucky, prima dell’abolizione della schiavitù, dove un proprietario di schiavi ricco di umanità, Arthur Shelby, è costretto a vendere ad Haley, un mercante di schiavi dall’animo crudele, due neri della sua servitù. Si tratta dello zio Tom, il suo fidato braccio destro, e di Harry, un bambino di soli cinque anni. Tom viene imbarcato su un piroscafo con il mercante di schiavi e, grazie al suo carattere docile, viene liberato dalle catene. Sul piroscafo viaggia anche la piccola Eva St. Claire, che si affeziona a Tom, e suo padre, Augustine, un proprietario terriero della Louisiana. Un giorno la piccola Eva stava appoggiata al parapetto della nave con il padre, quando, a causa di un improvviso e brusco movimento, perde l’equilibrio e cade in acqua. Tom, gettatosi prontamente riesce a salvarla e così il padre, riconoscente, lo compra. Tom viene comprato da Simon Legree, un proprietario insensibile e cattivo, che possiede una piantagione di cotone. Il nuovo padrone vuole fare di lui un aguzzino e al rifiuto di Tom, che non vuole maltrattare i suoi compagni e ha il coraggio di ribellarsi, lo farà uccidere. George Shelby, che è ormai diventato adulto, riesce a ritrovarlo dopo tante ricerche perché, come aveva promesso, lo vuole comprare per poi riscattarlo ma giunge solamente per raccogliere le parole di amore e perdono di Tom morente. Quando il giovane ritornerà nel Kentucky libererà tutti i suoi schiavi.

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