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Australia, la scoperta di reperti archeologici trovati su fondali

Nel canale di Cape Bruguieres sono stati rinvenuti 269 utensili in pietra a 2,4 metri di profondità: strumenti per tagliare, martellare, limare, persino macinare semi e ricavare una specie di farina.

Negli ultimi quattro anni, un gruppo di archeologi, geologi, piloti e sub professionisti ha studiato la regione al largo della costa rocciosa di Murujuga, un’isola dell’arcipelago Dampier, nell’Australia nordoccidentale. L’area nell’entroterra di questa porzione di costa è ricca di testimonianze di arte aborigena, e 18.000 anni fa, la terra libera dal mare si estendeva per altri 160 chilometri rispetto ad oggi. Il team del progetto Deep History of Sea Country, coordinato dall’Università di Flinders, ha studiato le carte nautiche e le mappe geologiche dell’area per restringere la zona di ricerca, e ha poi scandagliato i fondali oceanici usando laser montati su aeroplani e scanner ad alta risoluzione rimorchiati da navi. Nella fase finale, i sub hanno scoperto due siti archeologici al largo dell’arcipelago, rimasti all’asciutto fino ad almeno 7.000 e 8.500 anni fa, rispettivamente. Il sito di Flying Foam Passage, mostrava tracce di presenza umana attorno a una sorgente d’acqua dolce che oggi si trova a 14 metri di profondità, oltre ad almeno uno strumento in pietra locale adatto per tagliare.

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