FOODHOME

Baccalà Village: la tappa di Baia Domizia sancisce un trionfo trasversale

La tappa di Baia Domizia – la terza di questa edizione del Baccalà Village – registra un grande successo di pubblico e arriva dopo quella di Nocera Superiore e Caivano

 “Con questa tappa –  evidenzia lo chef ‘scellato’ Antonio Peluso – torniamo a casa. Mi sento di dire che questa è la tappa che ha registrato finora il maggior successo proprio perché siamo in territorio casertano, dove è già conosciuta La Locanda del baccalà. Quindi il nostro nome è sinonimo di professionalità e qualità: una garanzia“.

Quest’edizione punta sulla tradizione, che si ritrova soprattutto nei primi piatti, con i mezzi ziti alla genovese di mare, arricchiti con baccalà; i paccheri conditi con un sughetto olive  e capperi, un vero e proprio mare aromatico che avvolge il baccalà; il risotto radicchio, speck e provola, su una base di baccalà.

Il baccalà – ribadisce la chef Manuela Apicella – rappresenta un pesce povero e quindi le ricette sono improntate alla semplicità. Abbiamo puntato per un 70% sulla tradizione  e per un 30% sull’innovazione, per esempio con il baccalà gratinato alle mandorle e con gli antipasti: la bruschetta, le pepite e le polpettine“.

A fine settembre toccherà alla quarta tappa, quella di S. Marco Evangelista, che promette di essere “stellare”, perchè la squadra si arricchirà con la presenza degli chef stellati.

Dunque, in quell’occasione, questo pesce nordico dismetterà i suoi abiti semplici e si presenterà in livrea, in versione chic.

Il nostro obiettivo – spiega Peluso – era destagionalizzare il consumo di baccalà. Non piú alimento da consumare solo durante il periodo natalizio, ma anche in piena estate, in una località di mare“.

Obiettivo raggiunto: il baccalà non è solo un alimento versatile e sano, dato che contiene pochi grassi ed è ricco di Omega 3, ma è anche in grado di unire le regioni e le nazioni.

Si pensi, per esempio, al baccalà in umido alla veneta o alla versione in agrodolce siciliana.

Senza contare l’amore viscerale dei Campani, che lo degustano in vari modi: all’insalata, fritto o al forno (e da oggi in poi sia in estate sia in inverno).

Ma anche in Brasile il bacalhau è davvero multiforme, arricchito con panna, uova, olive, cipolla, riso e fagioli, nelle sue svariate versioni, mentre in Islanda amano le polpettine di patate e cipolla. Via libera, dunque, alle 50 sfumature di baccalà, come ci ricorda nel suo libro lo chef “scellato”.

Ph. Pino De Pascale

Share This:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Cultura a Colori