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Caserta. “All you can read”? Senza libri non si può fare…

“Fare tanto rumore a volte è solo sinonimo di poco contenuto” ed è ciò che sembra essere accaduto a via Sant’Antonio, 1, a Caserta nella frazione di San Benedetto ad opera di un’associazione di volontari (dicono di essere in cinque), che secondo le dichiarazioni, si sarebbero fatti carico di un evento molto più grande di ciò che potevano offrire effettivamente al pubblico.

L’associazione no profit è la Bianconiglio, la cui Presidente è Ilaria Longobardi, l’evento prendeva spunto da una bellissima idea vista largamente già altrove.

Tuttavia, mentre in altre parti di Italia c’è stato un grande successo, nell’incontrare il sud dello stilale pare che l’intera vicenda sia diventata un disastro colossale. Il titolo dell’iniziativa è “All you can read”, che almeno in teoria doveva essere un’occasione ghiotta. Tutti, infatti, senza nessuna prenotazione, recandosi nella loro sede di via Sant’Antonio, avrebbero potuto dalle 11:00 alle 19:30, trovare dei libri con cui riempire una borsa di tela del valore di 8 euro. Una cifra simbolica a sostegno di questa realtà che, secondo le informazioni raccolte dalle voce degli stessi organizzatori, si occupa di fare cultura sul territorio di Caserta, con diverse attività tra cui il book crossing.

Arrivati sul posto, però, la favola che inizialmente era stata raccontata attraverso i social dell’associazione, i media e i tanti video pubblicitari sul web da bookinfluencer su Tik Tok e Instagram, ha avuto altri risvolti, sicuramente inaspettati-La nostra redazione, mescolandosi alla folla di appassionati di libri, ha seguito l’evento rendendosi subito conto del malcontento generale. La totale disorganizzazione ha portato a numerose criticità, tra cui problemi di pubblica viabilità e numerose lamentele delle persone in fila che arrivati alla porta della sede, dopo un paio d’ore si sono viste sbarrare la strada da un’altra problematica: i libri erano già finiti!

Secondo i responsabili le persone si sono messe in fila dalle 8:00 di mattina, ma dai racconti di chi ha vissuto l’esperienza, le due versioni non coincidono. La nostra redazione, che pure era presente in anonimato all’evento, ha potuto constatare come le difficoltà siano state molte. Tuttavia, ci limitiamo a riportare i fatti, così come sono accaduti davanti ai nostri occhi e come una buona informazione giornalistica dovrebbe sempre fare, mettendo a confronto le due versioni e riportando le dichiarazioni raccolte. Non vogliamo offendere nessuno, lo scopo della nostra redazione è solo informare, ricordando che viviamo in un Paese libero in cui l’articolo 21 ci dona la libertà di parola e di espressione.

Facciamo questa premessa, perché alcuni utenti ci hanno segnalato minacce e altri ancora vicini invece all’associazione hanno parlato di “diffamazione”, ma ribadiamo che l’unico scopo di questo articolo è rendere giustizia. Le offese non sono gradite in questa sede, poiché la nostra politica e filosofia si muove verso la libera informazione.

Andiamo al racconto.

Alle 11:00 orario di start, la gente tornava indietro a mani vuote. Molti lamentavano un cattivo funzionamento del qr code, che avrebbe dovuto “gestire la fila” secondo un metodo istantaneo di prenotazione non specificato in nessuna delle comunicazioni precedenti né sui media (Il Mattino di Caserta compreso), né sui social dell’associazione e neanche nei tanti video pubblicitari da bookinfluencer.

Dal profilo Instagram dell’Associazione una lettrice disillusa scrive “ho rischiato di essere investita più di una volta.” La fila, infatti, pare non fosse a norma di legge. C’era gente che bloccava il traffico, impedendo il normale transito dei mezzi e non abbiamo visto né ci è stata segnalata la presenza di alcun agente delle forze dell’ordine o volontario. Lo spazio era molto piccolo, considerando che la sede si trova in un vicoletto, senza marciapiede.

Pare che anche con il qr code ci siano state delle problematiche, secondo quanto scrive la stessa utente: “l’ho dovuto pescare su un foglietto mezzo strappato buttato al margine di una strada, senza neanche un marciapiede. E per farlo funzionare poi… il foglio era zuppo di acqua”.

Ancora si legge da un altro commento sempre postato sul profilo dell’associazione da altri utenti “L’ingresso è stato ammassato con altre 100 persone fuori  per più di un’ora e mezza BLOCCANDO LA VIABILITÀ della strada” , fatto che sempre secondo i partecipanti ha costretto molte persone ad andare via poiché la gestione non ha previsto corsie per categorie come disabili, anziani e donne incinte.

Non era meglio ideare un sistema di prenotazioni PRIMA?” Ha chiesto qualcun altro, e quello che hanno risposto dall’associazione è stato: “sicuramente una prenotazione prima avrebbe semplificato molto, non solo chi partecipa, ma anche noi dello staff. “

Non sono arrivate le scuse a nessuno, perciò c’è stato anche chi ha insistito molto sull’argomento: “non potete rovinare la domenica a tantissime persone ingiustamente prese in giro.” Si legge sempre sul profilo Instagram dell’Associazione Bianconiglio. ” non capisco perché non chiedono scusa” si chiede un’altra partecipante.

Abbiamo sostato davanti alla porta dell’Associazione fino alle 13:35 circa, orario in cui le porte sono state chiuse e il qr code ha smesso di funzionare. Secondo quanto riferito dalle volontarie i libri erano quasi finiti. 

L’evento, quindi, si è concluso poco dopo, mancando alla promessa fatta a priori di un orario diverso di chiusura, ossia 19:30.

Secondo le volontarie le persone sono arrivate fino alle 19, come giustamente accade quando non si avvisa nessuno della chiusura anticipata. Molti utenti hanno commentato la cosa come una mancanza di rispetto e, a voler fare un nostro personalissimo appunto sulla questione, sinceramente ci chiediamo perché non si è scritto qualcosa sui canali ufficiali per avvisare la gente della fine anticipata.

Volete sapere i numeri? Non ve li sappiamo dire. Al momento della nostra permanenza in loco abbiamo contato circa 100 persone. Secondo alcuni in fila solo una decina sono riusciti ad entrare dalle 12 alle 13, mentre i volontari parlano di “dicerie” e prima hanno scritto di 300 poi 400 e ancora 500 persone, cambiando versione varie volte in tre commenti pubblicati sotto lo stesso post di Instagram.

Quali e quanti libri c’erano? Anche qui, siamo interdetti. Secondo i volontari prima hanno dato una cifra di 3mila, poi nello scrivere un nuovo commento hanno detto 5 mila. Forse il numero crescerà ancora o diminuirà. Non lo sappiamo, stiamo riportando solo quello che abbiamo letto, sentito e visto.

Anzi, visto che ci siamo incolliamo anche un commento di un altro utente fortunato, che pare sia riuscito a entrare all’interno e portarsi a casa questi famosi libri: “Sinceramente i libri erano spazzatura al 90%, ho valutato di uscire senza prendere nulla.” 

Ci sentiamo di obiettare nell’associare la spazzatura ai libri, ma come abbiamo asserito sopra ognuno è libero di pronunciarsi come crede. Quello che, invece, ci sarebbe piaciuto capire è perché altri colleghi giornalisti, presentandosi sono riusciti ad entrare subito e noi, in anonimato, siamo rimasti fuori come tutti gli altri a fare la fila. Possibile che questo evento, il quale ha avuto vita, ops durata, più breve del previsto sia stato un successo solo per chi ha veicolato positivamente il prodotto?

La nostra redazione vuole dare voce a tutti e speriamo di esserci riusciti con quest’articolo imparziale.

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