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Catalogna: il Referendum si avvicina e Barcellona chiede aiuto all’Ue

Si avvicina il giorno del referendum che potrebbe essere decisivo per la sorte della Catalogna. Il Parlamento Basco esprime la sua solidarietà agli indipendentisti mentre il governo centrale invia rinforzi per impedire le votazioni. Il sindaco di Barcellona, rivolto all’Ue, ha chiesto di non trattare la questione catalana come una realtà esclusivamente spagnola

Ada Colau, sindaco di Barcellona (Podemos), ha richiesto, in una lettera ai sindaci delle altre 27 capitali europee, una mediazione della Commissione Europea a favore della questione catalana che, sottolinea, non deve essere banalizzata come un problema interno del Governo Spagnolo ma come una realtà riguardante l’Europa   intera. Intanto il Governo centrale ha aumentato le misure di sicurezza e inviato in rinforzo in Catalogna oltre 10mila uomini della Guardia Civil e della Policia Nacional con l’obiettivo di impedire il Referendum di domenica prossima, 1 Ottobre.

Se vincesse il Si, le votazioni di domenica, considerate illegali da Madrid, porterebbero ad un’immediata Dichiarazione di Indipendenza Catalana. Lo ha confermato a  Bruxelles il ‘ministro degli esteri’ di Barcellona Raul Romeva. Il presidente Carles Pigdemont ieri ha però affermato che una ‘Dui’, Dichiarazione Unilaterale di Indipendenza al momento non è sul tavolo del governo.

Il premier spagnolo Mariano Rajoy, come si apprende da fonti Ue, non parteciperà al vertice di Tallin sul Digitale data la necessità di monitorare il referendum indipendentista in Catalogna. Referendum che ha ricevuto oggi l’appoggio del Parlamento Basco , espresso in un documento approvato con i voti del partito nazionalista moderato Pnv del premier Inigo Urkullu e degli indipendentisti di Bildu, in cui il parlamento basco si oppone a qualsiasi misura repressiva dello Stato spagnolo per impedire lo svolgimento del voto il primo ottobre.

 

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