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Commissione banche, Mattarella firma l’inchiesta

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella ha promulgato la legge che istituisce la commissione di inchiesta sulle banche.
Sergio Mattarella spiega nella lunga lettera di accompagnamento inviata ai presidenti della Camera, Roberto Fico, e del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, «l’ambito dei compiti attribuiti alla Commissione – a differenza di quella istituita nella precedente legislatura – non riguarda l’accertamento di vicende e comportamenti che hanno provocato crisi di istituti bancari o la verifica delle iniziative assunte per farvi fronte, ma concerne – insieme al sistema bancario e finanziario nella sua interezza – tutte le banche, anche quelle non coinvolte nella crisi e che svolgono con regolarità la propria attività». E per di più avrà una durata molto estesa: quattro anni, se la legislatura arriverà a scadenza naturale, e non i sei mesi della commissione Casini.

«Non è in alcun modo in discussione, ovviamente, il potere del Parlamento di istituire commissioni di inchiesta» ma «non può, tuttavia, passare inosservato che, rispetto a tutte le banche, e anche agli operatori finanziari, questa volta viene, tra l’altro, previsto che la Commissione possa ”analizzare la gestione degli enti creditizi e delle imprese di investimento”. Queste indicazioni, così ampie e generali, non devono poter sfociare in un controllo dell’attività creditizia». Questo perché «l’eventualità che soggetti, partecipi dell’alta funzione parlamentare ma pur sempre portatori di interessi politici, possano, anche involontariamente, condizionare, direttamente o indirettamente, le banche nell’esercizio del credito, nell’erogazione di finanziamenti o di mutui e le società per quanto riguarda le scelte di investimento si colloca decisamente al di fuori dei criteri che ispirano le norme della Costituzione», scrive Mattarella nella lettera sulla Commissione di inchiesta sulle banche. Mattarella vuole anche evitare che la futura commissione d’inchiesta — per la cui presidenza è stato indicato dai Cinquestelle il senatore Luigi Paragone — possa sfociare in «possibili interferenze» in ambiti di competenza di varie autorità di vigilanza. «Occorre evitare – si legge ancora – il rischio che il ruolo della Commissione finisca con il sovrapporsi – quasi che si trattasse di un organismo ad esse sopra ordinato – all’esercizio dei compiti propri di Banca d’Italia, Consob, Ivass, Covip, Banca Centrale Europea. Ciò urterebbe con il loro carattere di Autorità indipendenti, sancito, da norme dell’ordinamento italiano e da disposizioni dell’Unione Europea, vincolanti sulla base dei relativi trattati». E sottolinea: «Va, in particolare, escluso che la Commissione, come potrebbe far temere un’erronea interpretazione dell’art.3 della legge, possa svolgere attività che rientrino nella competenza di organismi dell’Unione Europea – come la Banca Centrale Europea e l’Esma (la Consob europea, ndr) – in base a norme non derogabili dal diritto interno».

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