HOMEItaliaPolitica

Coronavirus, il decreto che blocca le attività non essenziali

É stato firmato poco dopo le 19 di domenica 22 il decreto che definisce le attività essenziali che potranno continuare a essere aperte dopo la nuova stretta del Governo legata all’emergenza coronavirus.

Il decreto autorizza le attività che erogano servizi di pubblica utilità o servizi essenziali. Un elenco in 80 voci che riguarda le attività che continueranno a rimanere aperte dopo la nuova stretta per contenere l’epidemia del Coronavirus. Consentita anche attività legate alle famiglie, dalle colf e badanti conviventi, ai portieri nei condomini.

Resteranno in funzione l’intera filiera alimentare per bevande e cibo, quella dei dispositivi medico-sanitari e della farmaceutica e, tra i servizi, quelli dei call center. E la lista potrà essere aggiornata tramite decreto del Mise, sentito il Mef.

Aperte le attività funzionali ad assicurare la continuità delle filiere autorizzate, previa comunicazione al prefetto della provincia dove è ubicata l’attività produttiva. Il prefetto può sospendere le attività se reputa non sussistano le condizioni per farle operare. Il decreto specifica che fino al provvedimento di sospensione dell’attività, le imprese possono operare sulla base della comunicazione resa.

Le imprese le cui attività sono sospese per effetto del decreto avranno tempo fino al 25 marzo 2020 per completare le attività necessarie alla sospensione, «compresa la spedizione della merce in giacenza».

Le attività che, con il provvedimento, vengono sospese, «possono comunque proseguire se organizzate in modalità a distanza o lavoro agile».

Divieto per le persone di trasferirsi o spostarsi in un comune diverso da quello in cui ci si trova. Un divieto – contenuto nel Dpcm, ma entrato in vigore fin da domenica 22 marzo grazie a una ordinanza congiunta Salute-Interno – che vale sia che ci si sposti con mezzi di trasporto pubblico, sia con mezzi privati. Ci si potrà muovere da un comune all’altro, dunque, solo per «comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza» o per «motivi di salute».

Restano chiusi musei, istituti e luoghi di cultura. Porte sbarrate anche per scuole e università, che potranno proseguire con lezioni a distanza o da remoto.

Aperti i supermercati, tutti i negozi alimentari e di prima necessità.

I servizi bancari e assicurativi sono tra le attività che rimarranno aperte.

Consentita l’attività di produzione, trasporto, commercializzazione e consegna di farmaci, tecnologie sanitarie e dispositivi medico chirurgici, prodotti agricoli e alimentari. Consentita ogni attività per fronteggiare l’emergenza. Le farmacie e la parafarmacie rimarranno aperte e senza restrizioni di orario. Occorre, però, recarsi in farmacia o parafarmacia solo in caso di effettiva necessità.

In tutta Italia restano aperte le edicole e i tabaccai (al netto delle attività che sono state fermate come quelle dei giochi) e deve essere garantita, come per tutti i servizi non vietati, la distanza di sicurezza interpersonale di un metro.

Le Poste continueranno a operare ma, come comunicato nei giorni scorsi, il servizio è garantito con un numero «omogeneo» di uffici postali, aperti in proporzione agli abitanti di ciascun Comune. Sono state poi contingentate le aperture pomeridiane degli uffici aperti su doppio turno e di quelli aperti solo al mattino.

Share This:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Cultura a Colori